Non tutti siamo creativi

“ I bambini di oggi sono gli adulti di domani. Aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi, aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi; aiutiamoli a diventare più sensibili. Un bambino creativo è un bambino felice.” (Bruno Munari)

L’atto creativo non è di tutti e non tutti possediamo la creatività. Questo termine è oggi usato e abusato. La Creatività è qualcosa che va coltivata ed educata. In una casa non a caso dobbiamo riscoprire il valore della creatività. La vita facile, la easy-life, ci porta a standardizzare tutto. Basta girare un po’, con occhio critico, tra gli scaffali del reparto materiali per la casa nei grandi magazzini per vedere tanta gente che, affannata, “cerca idee”. Le idee proposte sono tutte uguali, standardizzate e banali. Applicazioni da attaccare alle pareti a forma di sassi, conchiglie, fiori…foreste pluviali o gli animali della savana; oppure stencil banali o anche elaborati che rendono gli interni ridicoli e a volte anche un po’ squallidi. La creatività va educata. Non tutti siamo in grado di realizzare qualcosa di veramente originale con qualcosa  pensato da altri e non elaborato da noi.

Osserviamo le stanze dei bambini:  tutte uguali e tutti sono convinti che siano uniche. Occorre una rivoluzione che ci aiuti a riscoprire la vera creatività. Una rivoluzione vera, perché saper vedere in modo più profondo e immaginativo significa saper pensare con maggiore elasticità e libertà. Saper vedere anche con gli occhi degli altri educa alle tolleranze , allarga i confini fisici e quelli della mente. “La fantasia, l’invenzione, la creatività pensano. L’immaginazione vede”. La stanza di un ragazzo è il suo spazio nella casa e non quello dei genitori. L’attuale sistema educativo porta ad essere talmente invadenti da non pensare che si deve lasciare la libertà al ragazzo di gestire il proprio spazio:  la sua stanza, rifugio che resterà tale per molti anni. Dall’infanzia , all’adolescenza, alla maturità. Un tempo che dura più di vent’anni… Mettiamoci l’anima in pace! Questo spazio dovrà crescere con il suo ospite. Non raramente mi capita di lavorare in case dove il ragazzo, ormai all’Università, vive nella sua stanza con gli arredi di un ragazzino perché quelli furono pensati per lui tanti anni prima. Arredare la stanza dei ragazzi non ha costi eccessivi basta stimolare, risvegliare la fantasia che è in loro. Ma se non è libero l’adulto, il giovane non sarà libero. L’azione educativa è fondamentale. Nella nuova casa di che colore devono essere le pareti della camera del bambino?  Bianche! Che domanda. Sarà la sua vita ricca e fantasiosa a colorare quello spazio tutto suo che diventa espressione di se stesso. L’esperienza e la pedagogia di Bruno Munari viene in aiuto a tutti. Vivete queste esperienze e sarete felici. Un laboratorio famoso proposto da questo architetto è quello dell’albero.  Con della carta da pacchi ritagliate delle strisce senza dire nulla di quello che state facendo e cominciate e posarle sul pavimento secondo la sequenza dell’immagine: da ogni striscia ne partono altre due e così via. Poi lasciamo fare al bambino da solo, continuerà il suo lavoro fino a riempire il pavimento di rami tutti attaccati tra loro con lo scotch. La famiglia tutta insieme deve sollevare l’albero che, inevitabilmente, si romperà. Questo atto di distruzione è fortemente formativo. “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo.” Il bambino ha capito la tecnica. Ora sarà libero di reinterpretarla, magari con i colori, sulle pareti fino al soffitto. Il genitore terrorizzato è quello che più preoccupa in questo momento: evidentemente non è libero. Non è un gioco – usciamo dalla  falsa logica del giocando imparo – questo è un atto creativo. E’ un lavoro.   http://www.brunomunari.it/

Da qui in poi si può andare avanti: possiamo  completare l’albero utilizzando gli stencil con le foglie  e gli animali che vivono sull’albero.

Ma mi chiedo: ” Invece di quelli già pronti e tutti uguali perché non realizzarli da soli? perché non creare timbri con le patate tagliate a metà’?  perché non proiettare delle immagini sul muro e colorarle?” Dobbiamo guidare il ragazzo dentro la realtà per poi riemergere nell’astrazione. Osservando una foglia nei minimi dettagli si  può scoprire un mondo rielaborandolo in  forme e colori.

Solo così possiamo “aiutare la crescita culturale della collettività”. Prepariamo l’individuo – cominciando dal bambino – a difendersi dallo sfruttamento, a smascherare i furbi – invece di ammirarli o invidiarli – ed esprimersi con la massima libertà e creatività.

Si può continuare la tradizione ed elaborarla invece di ripeterla staticamente e serialmente.

Tutto questo per dire in 3 parole “ Educhiamoci a Crescere”. La semplificazione è segno di intelligenza. Un antico detto cinese dice: ” Quello che non si può dire in poche parole non si può dire neanche in molte.”





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