Il condominio secondo me

Vivo un grande disagio quando vengo meno ai miei doveri di condomino solo perché vittima del comportamento scorretto degli altri. Viviamo “i giorni cattivi”, specchio della realtà sociale di questi tempi, che ritroviamo negli atteggiamenti di chi vive insieme a noi. Viviamo in condomini, quindi abbiamo la proprietà del nostro bene immobile in comune con altri. Forse questo concetto è andato perso visto che si considera la propria casa dalla porta di ingresso e tutto quel che è fuori non ci appartiene. Le scale sono abbandonate e da ridipingere; il cortile non è ben curato e il segno di degrado è evidente; le facciate andrebbero riverniciate e le piante curate meglio. Ma non sentiamo che tutto questo appartiene a noi e il degrado avanza. Sembra proprio riflettere quanto accade nell’intera società.  Si vive insieme e ci vuole rispetto e tolleranza, parole che non appartengono più al nostro linguaggio, se non per essere fraintese. Non possiamo considerarci singoli individui, chiusi nelle nostre famigliole che pensano ai propri interessi. “A casa mia faccio quello che mi pare”. Questo genera avarizia: una società egoista. Il condividere, la solidarietà, il rispetto dell’altro, genera un atteggiamento del vivere civile. E’ Politica. Comportamenti poco corretti, pessime abitudini, rumori molesti sembrano essere ormai la regola nelle nostre case. Non ci si cura del vicino-amico. Non si pensa se ha bisogno di noi, anche del nostro silenzio e della nostra attenzione perché, forse, vive un momento difficile e non può sopportare atteggiamenti scorretti. Televisori ad alto volume e spettatori che parlano forte per sovrastare il rumore di fondo. Scendere le scale rumorosamente e sbattere le porte; sbattere i tappeti dai balconi o fare cadere l’acqua quando si annaffiano le piante; sono solo alcuni dei comportamenti che fanno sfociare in vere e proprie disumane liti. Spesso nei lavori di ristrutturazione che i nostri clienti ci affidano si chiede di isolare acusticamente le pareti proprio per non sentire i rumori dei vicini. Non ci si impegna a promuovere una società corretta e bene educata. Ci si isola e si risolve il problema. Questo è bruttissimo. Ricordo qualche anno fa quando mio padre era da solo a casa e, cadendo, si fratturò il femore. Nel panico chiese aiuto e fu il vicino che, conoscendo il suo garbo e la sua discrezione, si preoccupò ed intervenne per aiutarlo. Anche io posso avere bisogno, e allora perché isolarmi?

La Rinascita di una Società Civile in Italia parte da qui, dalle nostre case. Se non si è civili in una casa –che non sia a caso- non si può essere tali nella società. Nei condomini esiste un Regolamento, ormai da molti disatteso, proprio perché limita la libertà di “fare quello che mi pare” e che disciplina la vita condominiale. Questo può essere considerato la legge interna dei condomini, una legge speciale rispetto alla normativa generale dettata dal Codice Civile. Ormai è tutto da ricostruire nella nostra Italia. Partiamo allora dal nostro condominio. Nei tempi dei “giorni cattivi” in cui le pessime abitudini sembrano essere delle belle regole personali, possiamo reagire. Trovo molto interessante la guida per sopravvivere al condominio proposta da Altroconsumo  che ci aiuta a difenderci dai nostri vicini molesti e, soprattutto, da amministratori distratti che ci dovrebbero curare come dei “buoni padri di famiglia”. Ordiniamola, è gratis, e proponiamola nella nostra bacheca condominiale.  http://www.altroconsumo.it/landing/condominio/ebzvid5

 





Licenza Creative Commons