Cloaca Maxima

Nessuno si chiede come funzionano le cose… finchè funzionano. Tempo fa erano in visita a casa nostra dei carissimi amici americani. Visitando Roma rimasero affascinati dai mascheroni, in particolare quello della “bocca della verità”. Io spiegavo che questi erano i coperchi dei tombini delle fogne: Roma aveva un’efficiente rete fognaria. I miei amici non comprendevano quello che dicevo ed io davo la colpa al mio inglese, evidentemente, non perfetto. E invece no! Il fatto era che loro non si erano mai posti il problema di dove andasse a finire l’acqua delle loro docce o gli scarichi del water. Le cose le usano e basta. Stappano il tappo e via. Credetemi, non sono gli unici. Loro sono solo una specie di cartina tornasole. In questi giorni di grandi problemi di smaltimento delle acque piovane è molto complesso far capire alle persone come funziona un sistema fognario. Una città sotterranea corre sotto il suolo della città in superficie… ma sembra che pochi ne conoscano l’esistenza. Come fosse un’ulteriore “città invisibile”. Noi diamo per scontate queste opere titaniche che per essere realizzate hanno avuto bisogno di secoli di progressi tecnologici, politici e culturali. La mia città, Roma, ha grandi testimonianze che ci raccontano l’importanza che aveva assunto la pratica dell’igiene personale, ampi spazi erano dedicati alle cure del corpo nelle case patrizie e nelle terme pubbliche. L’acqua era portata con efficienti acquedotti e la rete fognaria, la Cloaca Maxima, smaltiva le acque reflue fino al fiume.

I grandi canali di scolo servivano per i bagni pubblici mentre per le case e le ville esistevano pozzi neri. Il popolo si serviva dei bagni pubblici e agli schiavi spettava il compito delle pulizie. La decadenza dell’ Impero, le invasioni barbariche, il degrado culturale e la crisi economica portarono all’invecchiamento delle infrastrutture fino al loro oblio. Le pratiche igieniche venivano abbandonate con la conseguente comparsa di pestilenze e mortalità. Dobbiamo aspettare la fine del XVIII secolo con l’avvento della nuova classe borghese per vedere rinascere l’attenzione per l’igiene del corpo e dell’ambiente con la conseguente ricomparsa dei servizi igienici nelle case e nei luoghi pubblici. Durante la Rivoluzione Industriale, grazie al progresso della tecnica e alle nuove conoscenze in campo medico è nata una nuova coscienza circa le disastrose condizioni igieniche in cui versavano le principali città europee. Solo allora sono state realizzate reti fognarie e di approvvigionamento idrico tali da servire in maniera capillare i quartieri della città. Alcune fogne, come quelle di Londra, divennero note perché erano così grandi da servire anche come via di fuga e di rifugio per ladri prostitute e biscazzieri. Sono vicinissimi a noi i tempi di una democratica presenza del servizio igienico nelle nostre case. Negli anni Sessanta – quindi parliamo dell’epoca in cui io sono nato – come conseguenza dello sviluppo edilizio si assiste ad una evoluzione ed ad un incremento della produzione in serie degli apparecchi sanitari, profondamente innovativi nelle forme e nella funzionalità grazie al contributo di architetti e designer, come quello di Douglas Scott per la Ideal Standard.

Insomma, le nostre conquiste tecnologico-igieniche non sono dei dettagli: solo nel 1886 Thomas Crapper inventò lo scarico del water e pochi anni dopo, nel 1890, la Scott Paper Company immette sul mercato la carta a rotoli.

Ma la storia non finisce qui! Oggi la nostra tecnologia permette la tracciabilità delle acque reflue dei nostri scarichi. Domestos, detergente igienizzante per il bagno, ha lanciato Flushtracker: un’applicazione digitale che, grazie  a Google Maps, ci permette di vedere dove vanno a finire le nostre acque di scarico.

Noi che viviamo nel “mondo ricco” non ci poniamo più questi problemi perché non ci si chiede più come funzionano le cose. Ce le abbiamo e basta! Ma il 40% della popolazione mondiale ancora vive in territori non provvisti di reti fognarie vivendo realtà che per noi sono da Medio Evo: pestilenze, colera e tifo, sono solo alcune malattie che decimano queste popolazioni. Alle Nazioni Unite hanno inserto tra i diritti umani fondamentali l’accesso ai servizi igienici.

Noi ci possiamo anche divertire visitandowww.flushtracker.com per  rintracciare il nostro scarico e vedere dove va a finire l’acqua del nostro lavandino; ma per sconfiggere il problema mondiale sulla scarsità dei servizi igienici è necessaria la conoscenza: il 19 novembre si è tenuto il World Toilet Day per la promozione della World Toilet Organization. Quanti ne sono a conoscenza? Una casa non a caso sì.

 

 

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