Il mio albero

Non so perché il giorno 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, sia il giorno prescelto per decorare l’albero. Si dà così ufficialmente il via alle feste del periodo natalizio. Noi qui a casa, cerchiamo di rispettare questa tradizione, anche perché abbiamo sperimentato che se “saltiamo” questo giorno… rischiamo di addobbare l’albero il 24 dicembre. In tanti anni,  solo in un’unica occasione abbiamo fatto un’eccezione: per il giorno del battesimo “della Chiara”, la prima figlia di nostra cugina Angela.      Come ogni anno, anche in questo, ci apprestiamo a decorare di luci colorate e palle variopinte il classico abete. Abbiamo già preso  le scatole degli addobbi e come  sempre ci poniamo la domanda se decoro equivale a rispetto dell’ambiente.  Palle colorate  in vetro e lucine, che ogni anno vengono riparate sostituendo le lampadine fulminate. Le care e vecchie lucine ci permettono di evitare  di entrare nella logica consumistica delle serie luminose che una volta fulminate non si possono più riparare e si buttano via.  L’attenzione è sempre stata quella di non avere prodotti realizzati con materiali scadenti e di dubbia provenienza. Non si devono spendere cifre esorbitanti, ma serve attenzione nello scegliere con cura le cose. Uno dei pensieri forti è: “L’albero deve essere vero o artificiale?” Come abbiamo già detto, noi, a casa nostra, abbiamo fatto la scelta di fare l’albero vero. Quello che a noi non piace dell’albero artificiale, è che è sempre lo stesso; si possono cambiare le decorazioni, ma la forma e la dimensione rimane sempre uguale rendendo l’addobbo simile ogni anno omologando così tutti i Natali. Mio cognato Gianni anni fa comprò un bellissimo albero sintetico ma, essendo lo stesso ogni anno , ha perso  l’entusiasmo di fare l’albero ed è diventato impegnativo per lui  persino andare a prenderlo in garage.      Quasi tutti gli alberi di plastica sono fatti in PVC e metallo e, quindi, non sono biodegradabili.  La maggior parte di questi vengono prodotti in Cina e trasportati per migliaia di chilometri con la conseguente spesa di emissioni di CO2.    Anche la provenienza dell’albero vero è bene che sia il più vicino possibile alle nostre case per questo motivo.  In Cina, inoltre, le leggi relative alla salvaguardia dell’ambiente sono, ancora oggi, inesistenti e di conseguenza le fabbriche produttrici sono molto inquinanti minando principalmente la salute dei lavoratori. Non credo sia molto ortodosso festeggiare con questi presupposti.      Nel tempo abbiamo sperimentato anche la possibilità di realizzare decorazioni alternative: rami raccolti durante una passeggiata in montagna e valorizzati per le feste con quanto avevamo in casa o con foglie e pigne recuperate dal bosco. Non mi sono mai piaciute  quelle  idee “originali” di alberi realizzati con materiale di recupero: barattoli di alluminio, forchette di plastica o altri materiali da riciclare. Spesso il risultato finale  è  freddo, e poco magico; è  quello di una decorazione da centro commerciale che pubblicizza un prodotto.  L’Albero ha un significato spirituale: pur provenendo da antiche tradizioni dell’Europa del Nord, ha assunto un valore educativo-religioso.  L’Albero riporta all’albero del Paradiso terrestre dove, Adamo ed Eva, raccolsero la famosa mela. Ecco il significato dei pomi rossi. Sarà Cristo, il nuovo Adamo, che riscatterà il peccato originale.  Siamo così in attesa: il puntale è bene sostituirlo con la Stella che ci guida a trovare colui che è nato per la redenzione dell’intera umanità.     Io trovo che sia molto  piacevole  rientrare in casa   e   sentire l’odore dell’abete, anziché inalare  le sostanze chimiche rilasciate dal materiale sintetico. Nelle mie progettazioni curo sempre con attenzione lo spazio della casa dove dovrà essere collocato l’Albero di Natale,  cogliendo lo stupore dei committenti più attenti e sensibili.  Non credo di essere un’integralista. Non sto parlando di impatto zero, ma di scelte oculate e pensate nel migliore dei modi.      Quest’anno il mio albero è stato acquistato all’IKEA. L’azienda svedese collabora con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna con il progetto “Compra una foresta, ne salvi quattro”. www.parcoforestecasentinesi.it  L’albero potrà essere riconsegnato ricevendo in cambio un buono acquisto di pari valore. L’azienda contribuirà così, insieme a i finanziamenti dell’Unione Europea, al loro rimboschimento. Insomma, il”giro” sarà tortuoso ma è molto più propositivo rispetto a quando ero bambina dove  una montagna di alberi,  sia quelli con la radice sia quelli derivati  dalla  potatura, veniva bruciata inutilmente. Oggi  il materiale restituito servirà per realizzare pannelli di legno truciolato.     Mi viene voglia di lanciare un’iniziativa: gli amici che ci seguono sul nostro blog possono lasciare i loro commenti –preziosi- ed invitarci a casa per fotografare il loro albero.  Sarà sicuramente una ottima occasione per scrivere un post molto più “intrigante”.





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