il pranzo è servito

Viviamo in questi giorni le occasioni per stare insieme con gli amici e la famiglia, e i pranzi  diventano espressione di questi momenti di festa. Mi torna in mente il commento di un’amica che ci segue sul blog che citava “Il pranzo di Babette”.

Film bellissimo, toccante ed educativo che ci commuove e ci rende felici. Quando preparo un’apparecchiatura bella e stiro la tovaglia fino ad eliminare l’ultima piega, e la poso delicatamente sulla tavola, penso sempre a Babette e all’essenza del suo pranzo: l’Amore. Babette vince una lotteria e spende tutto per preparare un pranzo in cui ogni dettaglio non è dato al caso. Dona la sua anima e dà tutto di sé per nutrire d’amore i commensali trasformando un pranzo in una nobile avventura amorosa in cui non si è capaci di fare distinzione fra appetito del corpo e quello dell’anima. Dopo l’esperienza della tavola, i rapporti tra i commensali saranno più autentici. Questo è il momento più alto del film, Babette spende fino all’ultimo grammo delle sue forze, energia e creatività. Quanto è lontano questo spirito autentico dai  tempi moderni che vogliono che tutto sia facile e poco impegnativo.

Molti in questi giorni apparecchiano le loro tavole con stoviglie e posate di carta o di plastica per cercare di ridurre i loro sforzi. Personalmente trovo più faticoso ed impegnativo catapultarmi nei negozi specializzati per cercare tra le tante offerte l’apparecchiatura ideale per la festa. Si cade perfino nel ridicolo: qualche sera fa mi trovavo in un negozio che aveva in vendita piatti di carta bellissimi decorati in modo tale da sembrare di porcellana; posate di plastica simil-acciao; calici in plastica, talmente belli, da sembrare di cristallo. Per curiosità ho fatto un rapido calcolo valutando che un posto tavola mi sarebbe costato circa 30  €.  Quanto siamo lontani dalla sublime essenza di Babette. Io non amo apparecchiare con piatti di carta o di plastica, né durante le feste, né in qualunque altro momento. Viviamo in un  mondo che sta correndo ai ripari proprio in forza all’enorme abuso di “usa e getta” al quale si è ricorsi negli anni passati. Siamo fortemente condizionati da chi promuove un business a livello mondiale ed una speculazione che fa gola a molti. Io sono stata educata in una famiglia dove ci si riuniva numerosi e mia madre ha sempre apparecchiato con il servizio di porcellana. Era bandito l’uso di ogni tipo di surrogato: persino l’acqua non è mai comparsa a tavola se non nelle brocche di vetro. Ci si dedica tanto alla preparazione di pietanze particolari, ricercate, originali… ma si perde di vista l’importanza dell’aspetto funzionale delle stoviglie: un piatto piano, uno fondo o una tazza hanno lo scopo di mantenere il cibo alla giusta temperatura, così come un bicchiere ha lo scopo di esaltare le caratteristiche del vino che in esso viene versato. Non è una questione di lusso… ma è una questione pratica. Non c’è da vergognarsi se non si possiede un servizio di piatti per tanti invitati; una tavola imbandita nel corso della serata con servizi “spaiati” può dare anche un senso di originalità, senza perderne in eleganza.

“Un’artista non è mai povero, ho dato solo il meglio di me.”  Babette insegna che l’importante è dare il meglio che si può, tutto dipende da noi al momento dei nostri acquisti.  Io credo che non debba mai mancare nelle nostre case un servizio di porcellana bianco che può funzionare da “jolly” e incrementare, all’occorrenza, gli altri decorati; oppure, nel tempo, acquistare servizi che siano in armonia tra di loro. Puntualmente ad ogni cena, a casa mia, c’è qualcuno che deve dire –quasi fosse un copione-:  “Ma perché non prendi i piatti di carta?” Difficile fargli capire che in casa non ce ne sono e che ho una lavastoviglie che lavora per me. Ma poi che male ci sarebbe, se finita la cena con la stessa convivialità si sta in cucina, si sparecchia e si lavano le cose insieme scambiandosi qualche battuta e qualche chiacchiera che a tavola non si poteva dire? Il pranzo di Babette è educativo per noi adulti che siamo osservati dai bambini. Leggevo in un articolo di una mamma che raccontava che a tavola non usa niente in plastica ed il bambino piccolo vuole mangiare nei piatti veri  come i grandi. E’ capitato che qualche bicchiere si sia  rotto, ma dov’è il problema? Dopo qualche bicchiere di Nutella andato in frantumi, il bimbo ha imparato a stare attento diventando “piuttosto bravo”. I piccoli ci osservano.





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