Arrivederci Roma

Sto leggendo Iosif Brodskij, “Fondamenta degli incurabili”. Ci racconta di Venezia e dell’anarchia dell’acqua che disdegna la forma. Lo spazio sembra essere consapevole della sua inferiorità rispetto al tempo al quale può rispondere con la sola proprietà che il tempo non possiede: la Bellezza.

L’acqua dei canali cattura il riflesso delle facciate veneziane, le torce, le sbriciola… ma alla fine le porta intatte verso il largo.

E’ la Bellezza che ci salverà.

Non facciamo gli ipocriti! Vivo a Roma, la più bella città del mondo… e la stiamo violentando, abbrutendo, imbarbarendo. Tutto frutto dell’ignoranza.

Viviamo di proposte consumiste che ci hanno allontanato sempre di più dalla sana contemplazione che ci riempie gli occhi e il cuore di bellezza. Si esce di casa per fare sempre qualcosa: il ristorante, lo shopping, il cinema. La semplice passeggiata finalizzata a non comprare niente per ritornare a casa con l’emozione di un tramonto o della scoperta di uno scorcio mai visto prima così bello è un’esperienza che appartiene a pochi. Una passeggiata nella zona storica della mia città mi basta per sentire vibrare dentro forti emozioni che rimandano alla Storia, all’avventura, all’armonia delle forme architettoniche. Gli spazi sono creati dai volumi degli edifici; alzo gli occhi a piazza S. Ignazio e i cornicioni degli edifici disegnano  nel cielo degli ovali perfetti. Mi sento attore protagonista che si muove tra le quinte di uno dei più bei palcoscenici del mondo. La società dei centri commerciali non vede più tutto questo. Perché ci si lascia imbarbarire così? La galleria Colonna – Sordi – è stata chiusa per ritornare al modello del centro commerciale. Era uno spazio urbano coperto, perché quelle barriere di vetro? Eppure, ai più, piace così. Uno degli edifici commerciali più importanti di Roma, testimoninza della Roma Capitale e realizzato con le moderne tecnologie di fine ‘800, oggi ha la veste omologata del negozio della globalizzazione. L’ex “la Rinascente” ha perso la sua autentica dignità. I nostri spostamenti, il nostro transito in città è segnato da un percorso strutturato per scopi commerciali. Roma sembra sempre di più un mega centro commerciale. Templi per il culto del consumismo sfrenato. Nel nostro blog si denuncia con forza di andare oltre la crisi. La crisi è dono e solidarietà per una società in decrescita. Oggi sentiamo l’urgenza di una inversione di tendenze rispetto al modello dominante dello sviluppo e della crescita illimitata. La decrescita non è una ricetta, ma un segno; un’indicazione che ci conduce verso un nuovo immaginario, un nuovo orizzonte. E’ l’orizzonte di una nuova economia: pacifica, sostenibile e conviviale.

Gandhi, profeta della decrescita, anticipava che “il mondo è grande per soddisfare i bisogni di molti, ma è piccolo per soddisfare l’avidità di alcuni”. Occorre una rivoluzione culturale. Solo con proposte culturalmente alte si può affrontare il futuro con una sana decrescita. Solo così ci possiamo liberare dei falsi valori che ci hanno governati nel mondo consumista. Consiglio ai nostri lettori il link di un appello che mi è stato inviato dal Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma. Tutti possono partecipare e fare sentire la propria voce. Suggerisco di leggerlo con attenzione e se si desidera di sottoscriverlo. E’ aperto a tutti proprio perché l’architettura, il vivere bene nelle nostre città e nelle nostre case non è ad appannaggio di una sola categoria ma è un bisogno della società intera.

La filosofia del nostro blog è questa ed è bene vedere la partecipazione di tutta la società civile.

Bellezza ed intelligenza vanno di pari passo.

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