Il mio luogo privilegiato

Continuo a leggere Iosif Brodskij. “La nebbia non cancella soltanto i riflessi, ma tutto ciò che abbia forma: edifici, esseri umani, porticati, ponti, statue.[…] Nebbia vuol dire tempo per leggere, per tenere la luce accesa tutto il giorno, per non esagerare col caffè e con le riflessioni poco consolanti, per ascoltare le notizie della BBC, per andare a letto presto. In breve, tempo per obliare se stessi, nella scia di una città che ha smesso di farsi vedere.”

Negli ultimi giorni questo pensiero ci ha coinvolto profondamente.  Sulla nostra città non è scesa una fitta nebbia che nasconde tutto ciò che abbia forma, ma un manto  di neve, caduta nella notte, che ha presentato un nuovo paesaggio intorno alla nostra casa.

Al risveglio i suoni e i rumori erano  meravigliosamente ovattati. Tutto il circondario sembrava essersi fermato come  per un incantesimo. Mi ha svegliato il rumore di un gruppetto di  uccellini che avevano trovato riparo davanti alla finestra della nostra camera da letto. Guardando fuori dalla finestra avevo difficoltà a ricordare cosa ci fosse sotto quello strato di neve o dove il disegno del pavimento del nostro terrazzo cambiava colore. Una vicina esprimeva il suo stupore per  la bellezza che tutto fosse “così pulito”.  La neve aveva ricoperto ogni cosa: muretti scrostati, terrazzi pavimentati ognuno con un colore diverso, oggetti accatastati e mai rimossi, arredi per esterni in plastica , tettoie e gazebo di origine spontanea. Tutto era ordinato e pulito e le forme diventavano protagoniste. Anche il nostro terrazzo, quindi, faceva parte di questo panorama. Non abbiamo avuto il coraggio di uscire e calpestare questo spesso mantello.  Solo gli uccelli posandosi sul ramo di una pianta o sulla ringhiera lasciavano il segno del loro passaggio. Son stati giorni particolari che hanno spezzato la routine del quotidiano facendo trovare il tempo per dedicarsi con un’attenzione differente al lavoro così come alle questioni personali.  Abbiamo vissuto la nostra casa in un modo diverso, i ritmi sono cambiati.  I momenti dedicati alla lettura o al lavoro sono stati segnati dal prendere consapevolezza che nella casa ci sono spazi, angoli, posizioni che favoriscono il nostro stare bene.

Per noi un luogo dove riuscire a riflettere e a concentrarsi sul lavoro è la cucina. Riflettevamo che probabilmente è un’ abitudine che viene da lontano nel tempo: spesso i compiti oppure un momento di incontro con il resto della famiglia avveniva in cucina.  Sarà forse perché c’è tutto a portata di mano:  se ho sete, fame o voglia di un caffè. Non c’è la televisione in cucina perché non favorisce la conversazione; se si ha voglia accendo la piccola radio. E’ in questo spazio che ci si concentra di più. La neve ci ha costretti a limitare il nostro agitarci quotidiano, ogni spostamento è stato razionalizzato. Siamo usciti solo se strettamente necessario portandoci così a rivalutare l’ottimizzazione dei tempi per il lavoro, per fare la spesa…

E’ stato un tempo di oblio in sintonia con tutta la città. La neve si è sciolta e la vita riprende il suo cammino usuale lasciando come  traccia la scoperta delle nostre abitudini. Stiamo scrivendo il post in cucina mentre la radio trasmette le notizie meteo del nostro Paese. Ci domandiamo : “ma chi ci segue avrà nella propria casa un luogo privilegiato per sentirsi bene con se stessi?” Fateci sapere.





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