Praticità vs Bellezza

Una domenica pomeriggio passata a casa a lavorare al blog con Marina….. grandi progetti, discussioni intellettuali sull’architettura. Il gusto di un lavoro di progettazione che inizia, l’emozione di una cliente che “si affida”, e soprattutto la soddisfazione di condividere tutto questo sul Blog.

Stefano e Massimo alle prese con un montaggio video da pubblicare.  Insomma, la casa si trasforma in un laboratorio: noi da una parte con due P.C. a discutere e a progettare post, gli uomini nello studio a fare tentativi di montaggio video con Virtualdub, e con Avidemux…

Finalmente arriva l’ora del the, e io e Marina ci sediamo in cucina per riposarci un po’ e per preparare una merenda.

Basta un attimo.  E’ come una scintilla. Le considerazioni sulla bellezza cedono il passo alla banalità di colori plastificati della mia brutta tovaglia nuova!  All’attenta Marina non sfugge nulla, neppure, (come in realtà speravo) il mio ultimo acquisto per la casa: una tovaglia plastificata che cerca di difendere il tavolo antico della cucina. Così, l’interessante discussione perde subito il suo valore intellettual-radical-chic, per concentrarsi in un’ orribile considerazione circa vita quotidiana.

Nella mia cucina per proteggere il tavolo dai pennarelli indelebili, dalle pentole bollenti e dalla colla dell’artista di famiglia, utilizzo, ormai da anni, tovaglie di plastica lavabile, vendute a metraggio.

Nel tempo ho tentato varie soluzioni: spinta da un sano spirito ambientalista e dalla moda del “faidate” ho provato con la stoffa, ho cucito teli e stoffe di ogni tipo, ho provato anche con modelli tipo “runner”.  In alcuni momenti presa da un gusto un po’ retrò, ho utilizzato vecchi centrini e tovaglie della nonna,  ma nulla è protettivo come una brutta tovaglia di plastica!

La domanda che ci siamo fatte è: ma perchè nessuno produce belle stampe, disegni geometrici, colori caldi, sulle tovaglie di plastica vendute a metraggio?

Ogni volta che incontro un negozio di cose per la casa con un tocco glam provo a chiedere se per caso hanno tovaglie di questo tipo…ma puntualmente resto delusa dalla scoperta che per delle belle stampe e dei bei colori, accostati con gusto, bisogna ricorrere alla stoffa.

Eppure se è vero che “La bellezza salverà il mondo”, come dice il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij, perchè mai gli oggetti che utilizziamo quotidianamente non sempre corrispondono a questo canone??  Vi invito a fare una riflessione, su quanti sono quegli

oggetti che seppur utili, sono antiestetici, brutti, privi di qualunque possibilità di essere recuperati alla bellezza…non ci stancheremo mai di ripetere  che bisogna partire dalle cose di uso quotidiano, che l’abitudine alle cose belle si può estendere dalle nostre case ai nostri balconi, alle nostre piazze, ai muri delle nostre città, e che la cura del dettaglio e la pulizia può aiutare tutti ad essere più rispettosi di quello che si possiede e si condivide.

 

 





Licenza Creative Commons