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In affitto

Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di essere ospite in casa di  amici che vivono in appartamenti presi in affitto. Inevitabilmente i discorsi della serata si concentrano sulla difficoltà di riuscire a comprare una casa e la sensazione di precarietà in cui si sprofonda quando non si vive in una casa propria. Non si può intervenire in alcun modo perché non si ha il potere di apportare modifiche sostanziali e, soprattutto, perché fare interventi architettonici importanti in un bene che non è tuo, non conviene. Non si può acquistare la cucina che si desidera perché poi chissà se la si riesce a sistemare nella futura casa e … così via con il resto dei discorsi. E poi ancora : “le pareti sono squallide” così, tutte, quasi sempre,  gialline; per non parlare dei pavimenti: “orrende piastrelle in ceramica ormai passate di moda ed anche un po’ consumate nei punti di maggior passaggio”. Il pensiero mi è andato immancabilmente al nostro Blog nel quale parliamo spesso dell’importanza di un buon investimento economico nella ristrutturazione per dare un valore aggiunto al proprio bene, oltre che ad organizzarlo per migliorare il proprio benessere. Ma se non viviamo in una casa di nostra proprietà? E’ naturale che l’investimento economico in una casa in affitto si risolve in quello che basta per poterci vivere decorosamente. Spesso però ci si arrangia, e ci si adatta, vivendo una situazione di disagio e di precarietà. I nostri amici ci hanno parlato di questo. Per tutta la sera! “Tanto sono in affitto”. “Avessi una casa mia, vivrei molto meglio”. Soluzioni semplici da realizzare possono aiutarci ad organizzare meglio gli spazi, che non possiamo modificare strutturalmente. Ho ascoltato con attenzione quanto ci è stato detto da questi amici. Il loro impegno nel cercare  delle soluzioni è notevole… ma il risultato non risponde alle aspettative. Per intervenire in maniera semplice nelle nostre case si deve rispondere a precise regole che non possono essere soggette ai nostri gusti, ma sono complementari. Avrò ripetuto, per serate intere, piccoli suggerimenti elementari come fossero un mantra… e allora mi sono detta: “Perché non esprimerli nel Blog?” e godermi le serate tra amici rispondendo loro: “Vai a dare un’occhiata al Post… abbiamo pensato proprio a te.” Intervenire in uno spazio, e sulle  superfici, in modo risolutivo  è molto difficile. Per non fare errori grossolani e ottenere poi il risultato opposto  occorre  porre l’attenzione allo studio delle  forme, al colore, alla luce…. così come abbiamo già parlato in altri Post. Tutti noi abbiamo delle fissazioni che è difficile rimuovere. Spesso mi capita di ricordare una vignetta della Settimana Enigmistica in cui veniva rappresentata una signora elegantissima e con ricchi gioielli ma… ORRENDA! Rivolgendosi al chirurgo plastico chiedeva di togliere un piccolo bozzetto antiestetico che aveva al dito mignolo. Perdeva di vista tutto il resto! Quindi non concentriamo le nostre forze nel dettaglio perdendo di vista l’intero contesto. Ci chiedono di “allargare lo spazio”; “fare entrare la luce”… così, arbitrariamente. Non è detto che per avere una visione spaziale più ampia, l’ambiente debba essere necessariamente “allargato”. Magari occorre la cosa opposta. Così vedo inevitabilmente che i più inseriscono delle superfici specchiate “per allargare lo spazio”, “per dare maggiore profondità”. Ma questi specchi, se proprio necessari, vanno posizionati in modo da ottenere effettivamente una maggiore spazialità e non rendere   lo spazio ancora più confuso. 

Altra nota dolente sono  i corridoi che spesso  sono lunghi e stretti. Con il solo trattamento delle pareti,  senza interventi architettonici, è possibile riproporzionare lo spazio e diminuire così quella sensazione di disagio.

Se siamo in presenza di pareti molto alte che sbilanciano la percezione della superficie di un ambiente facendolo sembrare più piccolo, per ridurre le proporzioni di una parete questa va spezzata con elementi orizzontali  e giocando con le superfici.

E poi: i pavimenti. Ma che preoccupazione c’è a posare una moquette pur di non vedere le orrende fantasie a fiori? può sembrare delicata, ma lo è meno di quanto si pensi…e si vive meglio. Poi quando si va a vivere nella casa nuova, si può rimuovere. E poi… per la nuova casa, chiamate l’architetto. Ovvio!





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