La stanza di Vincent ad Arles

                                                                                  

Van Gogh così descrisse il quadro in una lettera all’amico Gauguin:

« Ho fatto […] un quadro della mia stanza, con i mobili in legno bianco come sapete. Ebbene mi è piaciuta molto l’idea di dipingere un interno con quasi niente dentro, di una semplicità alla Seurat » (Lettera a Paul Gauguin, Arles, ottobre 1888)

Questo quadro, visto a Parigi e ad Amsterdam,  in due delle tre versioni esistenti e prodotte dall’artista nel 1889,  rappresenta l’atmosfera dell’interno di un ambiente provenzale.

Mi sono domandata perché una persona senta la necessità di raccontarsi al mondo  attraverso l’immagine della propria stanza, non ho la risposta, però la fede e la disperazione, l’angoscia e la passione,  l’eterna ricerca della serenità di questo grande artista mi arrivano intatte nel tempo,  dall’immagine del suo luogo, del suo rifugio…

Questo interno “con quasi niente dentro”, povero, se rapportato agli interni di fine ‘800, trasmette tante informazioni che mi permettono di entrare nella sua vita, i quadri alle pareti, la toletta con tutto ciò che occorre nel quotidiano, l’asciugamano attaccato e la finestra socchiusa, sono elementi che mi trasmettono la sensazione di tranquillità.

Quella stessa sensazione che Vincent cercava di recuperare dall’ospedale di Saint-Remy attingendo dalla memoria brandelli di immagini e di ricordi sereni.





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