Io bricoleur

Non credo che in Italia ci sia mai stata una grande tradizione di bricoleur!  Mi ricordo che quando ero bambina le famiglie si rivolgevano alla figura del portiere per farsi aiutare in tutti quei piccoli lavori manuali necessari per la manutenzione della casa: attaccare le tende,  sostituire una lampadina, riparare una presa, sistemare una serranda… Era raro vedere nei ripostigli una cassetta degli attrezzi ben fornita e nella quale ci fosse addirittura un trapano.  Io ho avuto la fortuna di viaggiare molto all’estero con la mia famiglia e ho potuto così confrontare i modi di vivere e le abitudini delle famiglie francesi, olandesi, tedesche, inglesi…   In questi lunghi soggiorni all’estero non mi è sfuggito il differente approccio che avevano le persone nei confronti della manutenzione della loro casa, rispetto a noi italiani. I negozi erano strutturati e forniti di ogni cosa che potesse permettere a chiunque di riparare, sostituire, riverniciare; in poche parole che ci si potesse prendere cura della casa, così,  come della propria persona. C’erano enormi ferramenta fornite di tutto il necessario. A me sembrava il paese della cuccagna poter trovare nello stesso posto le viti ma anche il legno, la pittura per il muro e le tende senza dover girare tutta la città per trovare il necessario per realizzare le proprie idee.  L’Italia ha conosciuto questi mega-store alla fine degli anni ’80 con la catena Ikea e Le Roy Merlin.  Credo che il grande successo, soprattutto dell’Ikea, sia dovuto al fatto che l’italiano è innamorato dell’idea di realizzare le cose con le proprie mani, ma non ami impegnarsi per farle. L’Ikea è stata una carta vincente in Italia proprio per questo: offre un prodotto finito, già progettato, realizzato e visibile, ma dà l’opportunità –obbligatoria- di assemblarlo da solo. Questo fa leva sulla voglia di bricolage, che è in ognuno di noi, dando la ricetta per superare la pigrizia. Chiunque può avere la sensazione di realizzare qualcosa con le proprie mani ma con la certezza della riuscita del lavoro, perché ha già visto come sarà il prodotto una volta  finito.  Il modello Ikea fa anche leva sulla creatività che ognuno pensa di possedere e dà modo  di esprimerla  abbinando forme, colori e variando i moduli proposti. Io con il discorso della creatività degli italiani ci andrei un po’ con i piedi di piombo, basta guardare cosa siamo capaci di realizzare quando ce ne danno il permesso. Osserviamo con occhio critico cosa si costruisce sui terrazzi. Io credo che gli elementi di arredo nati e progettati da designer scandinavi abbiano limitato i danni che si sarebbero prodotti, in termini di cattivo gusto, se questa spinta creativa fosse esplosa e lasciata libera completamente. Sono pochi gli autentici bricoleur che mi è capitato di conoscere.   Il mio amico Marco realizza arredi per la propria casa con gusto, e nobilita la figura di chi fa da se. Ma altri? Per carità!  Personalmente ho tentato anche io la strada più facile e rapida per trovare la libreria semplice e bianca che volevo per il mio ingresso. Ho pensato:  esco, vado all’Ikea, la compro, la monto e domani ci metto i libri che erano depositati ovunque in casa. Bene… prendo le mie misure: altezza , larghezza e profondità e le comincio a confrontare con tutte le combinazioni esistenti della libreria Billy. Un vero rompicapo perché purtroppo mi rimaneva sempre una certa quantità di spazio, in altezza e in larghezza, non utilizzato e che per me era importante sfruttare. Soprattutto, faceva mancare di progettazione l’intervento. I moduli offerti erano troppo profondi e sappiamo bene che, in questo modo, si finisce per disporre i libri su due file oppure si comincia a poggiare qualcosa, ninnoli o cornicette, davanti ai libri. Comunque malgrado le perplessità mi sono fatta il preventivo di spesa.   Tornata a casa, verificate le misure dei moduli e armata di pazienza e rassegnazione mi sono messa a progettare -il bricoleur che è in me non si arrende-: decido la larghezza e il numero dei ripiani in funzione dell’altezza dei miei libri,  la profondità dei montanti e dei ripiani, il sistema di aggancio e decido di farmi realizzare, in falegnameria, tutti i pezzi su misura in laminato bianco, che poi dovrò solo montare, come avrei fatto se fossi andata all’Ikea. Mi faccio fare il preventivo e con grande sorpresa mi viene a costare 1/3 di quello che avrei speso con il primo. Certo ho dovuto aspettare dieci giorni prima di avere i miei pezzi da assemblare.  A casa mia ho realizzato diverse cose con le mie mani e  mi occupo anche della manutenzione generale. La cosa importante quando si realizza qualcosa è che questa deve dare l’impressione che tutto sia stato sempre così come lo vedi una volta finito. Il complimento più grande degli amici quando vedevano la nuova libreria è stato quello che non si accorgevano affatto della nuova presenza e che per loro l’ingresso era  sempre  stato così.

Questo vuol dire che con il tuo progetto hai fatto centro.





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