LA CASA NEGATA

“ La proprietà privata e quella pubblica devono essere a disposizione dei cittadini: non è possibile lasciare una casa sfitta e, se essa rimane tale, questo è da considerarsi immorale”.

Queste parole sono dell’architetto Simone Giusti che suonano ancora più forte perché è il Vescovo di Livorno. L’architetto Giusti ci ricorda che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto il diritto alla proprietà privata, ma “subordinato al diritto dell’uso comune e alla destinazione universale dei beni”.

E’ su questo che vorrei riflettere perché mi fa un grande effetto sentire dire queste parole da un collega che, dall’alto della sua funzione, può gridare con maggior forza quello che tanti di noi sostengono. E’ immorale vivere in una società opulenta, in cui non manca niente e che, se venissero applicate politiche sane, tutti potremmo vivere molto meglio. Si deve essere consapevoli che il proprio benessere dipende, prima di tutto, da quello degli altri.

Finché ci saranno persone che non vivono bene, io vivo male. Forse questo concetto non è ancora chiaro ai più.

Penso a Roma, la mia città, dove le stime dicono che sono più di 300mila le case non occupate. A questo aggiungo i metri cubi di strutture pubbliche che sono inutilizzate. Roma, fino a pochi anni fa, è stato il paese del bengodi per una generazione di costruttori ed oggi vede cubature realizzate rimaste invendute o sfitte. La proprietà, sia essa pubblica o privata, è un valore che deve essere riscoperto: “dovere dei proprietari è quello di non tenere inoperosi i beni posseduti”. Al primo posto ci deve essere il bene comune.

Famiglie sfrattate, giovani in cerca di alloggio, immigrati senza casa aumentano in modo esponenziale. Eppure le case ci sono, ma è la società che andrebbe rivisitata, o meglio responsabilizzata: in una situazione di estremo disagio si rischia di avere delle ripercussioni estreme.

Nel bisogno si prende ciò che serve. Una società così non è una società che accoglie.

La società- casa deve essere tale da vederci convinti di investire bene per poter stare meglio e perché è nella “Carta dei diritti della Famiglia”  che è sancito il principio  che tutti abbiamo diritto a “una decente abitazione”. E’ urgente promuovere una politica della casa anti-furbetti altrimenti è doveroso intervenire con soluzioni più drastiche.

La domanda è: “La società civile sta facendo di tutto prima di arrivare a questi estremi”? Non credo. Penso a come viene gestita la grande questione degli immigrati. Come si pensa di risolvere un grave disagio sociale se si fanno delle scelte non adatte alla soluzione del problema?

Mi riferisco, ad esempio, all’azione di sgombero di Rom e Sinti effettuata nell’insediamento del Casilino 700 e che li ha visti trasferiti nell’ex museo della carta, della stampa e dell’informazione in via Salaria, fatto diventare, per l’occasione, “Centro di Protezione civile Transitorio”. La motivazione dell’ordinanza  era quella di un’iniziativa atta a rispondere a criteri di urgenza, temporaneità e proporzionalità. Dopo un anno e mezzo queste urgenze sembrano essere venute meno. La struttura è priva di ambienti confortevoli e gradevoli, non garantisce l’autonomia di chi ci vive e non ha requisiti rispondenti alle norme edilizie igienico-sanitarie e di prevenzione incendi.

Una struttura così organizzata non rispetta la dignità di chi ci vive con spazi strutturati adeguatamente per la crescita dei bambini o per il mantenimento di legami affettivi. Non sono assicurati alloggi adeguati e non sono previsti interventi a sostegno di un autentico inserimento sociale. Così si creano solo emarginati. La struttura alienata dal centro abitato, non permette una facile fruizione dei servizi e della vita sociale.

L’associazione 21 luglio è da due anni che studia questa situazione con psicologi, antropologi, avvocati, mediatori culturali, educatori e ha pubblicato i risultati delle sue ricerche sul sito www.21luglio.com/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=21&Itemid=180   Prima di esprimere opinioni e dare giudizi ritengo opportuno darne lettura.

Così come viene attuata la pratica degli sgomberi realizzata dal Comune di Roma, non risponde pienamente ai principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. E’, quindi, promossa una raccolta di firme alla quale il nostro amico Gino ci invita a partecipare. link http://www.21luglio.com/index.php?option=com_content&view=article&id=52:il-diritto-all-alloggio-non-si-sgomberaq&catid=19:appelli-e-petizioni&Itemid=164

E’ un anno che unacasanonacaso promuove l’idea che un altro modo di vivere è possibile!

 





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