Mani sapienti

Come dicevano  Vinicius de Moraes, Giuseppe Ungaretti e Sergio Endrigo: La vita, amico è l’arte dell’incontro,  (Fonit Cetra, 1969).

Qui voglio raccontare degli incontri  improvvisi, inaspettati. Se si è aperti ad accogliere l’altro, a concedergli il diritto di parola e a saper ascoltare: si scoprono nuovi mondi.

Io non perdo mai questa occasione. Forse perchè sono curiosa, forse perchè mi ispiro a mio padre che faceva sempre un sacco di domande, forse perchè mi piace ascoltare delle storie: sta di fatto che scopro sempre qualcosa di inaspettato dalla vita della persone che incontro.

Così mi è capitato il mese scorso di incontrare, nell’espletamento delle sue funzioni lavorative, Paolo, un operatore tecnico ausiliario della formazione del Comune di Roma: magro, alto, scrupoloso nel lavoro, attento alle esigenze di chi gli stava intorno.

Paolo per tutti è un custode alle prese con un compito da svolgere, non è indifferente a nessuno, che lo compia con attenzione e gentilezza. A me però non sfugge l’occasione di buttare l’occhio su un leggio antico in bella vista sulla sua piccola scrivania. Colgo l’occasione per “attaccare bottone” e chiedergli dove lo ha trovato. Già immagino tesori nascosti negli scantinati del Comune di Roma, invece con grande sorpresa, scopro che il leggio, che ha solo le sembianze di un oggetto antico, in realtà è leggerissimo ed è realizzato in cartone trattato. E’ una piccola opera artistica del bidello.

Nel ’73, Paolo si è diplomato al liceo classico Visconti di Roma, nella vita ha fatto molti mestieri: ha iniziato facendo il facchino, poi il cameriere, il cuoco nelle colonie e persino la “donna delle pulizie ad ore”. Oggi assunto nell’Area Formazione del Comune di Roma opera in sede centrale del Comune, oppure come bidello presso i Centri di Formazione Professionale.

Va a lavorare in bicicletta, perchè è a costo zero, e vive con la famiglia in una casa di 38 metri quadri, più 28 di balcone. In questo piccolissimo spazio riesce a trovare un angolo per un armadio degli attrezzi e dei segreti, dove raccoglie gli oggetti che potrebbero essergli utili per le sue creazioni: scatole, conchiglie, vecchi barattoli.

La sua passione è la fotografia e  fino a qualche anno fa riusciva persino a sviluppare in casa, in una minuscola camera oscura. Oggi si dedica con creatività e un pizzico di follia alla creazione di oggetti per la casa: progetta e realizza cornici, lampade e, appunto, qualche leggio dalle antiche sembianze. Le cornici sono create utilizzando vecchio cartone che conserva e ricicla. La tecnica è quella di costruire la cornice intorno alla foto. Paolo utilizza il cartone sovrapponendo gli strati come se fosse un multistrato di legno, poi ne smussa gli angoli come se si trattasse di una fresatura. Stropiccia e incolla, con il vinavil, carta da pacco che dà una base uniforme agli oggetti pronti per essere decorati. Per decorare utilizza vernici da muro impermeabili, gommalacca, carta da decupage.  Aggiunge piccole pietre, sassi, legnetti e l’opera è compiuta!

Paolo raccoglie anche belle scatole di wisky e le tratta per farle diventare basi per raffinate lampade da tavolo.

Vi ho raccontato questa storia di Paolo, perchè credo che chi governa questo Paese, dovrebbe tener conto di questo potenziale nascosto, e valorizzarlo, non tanto economicamente quanto socialmente. Paolo, dovrebbe essere chiamato a parlare ai giovani nelle scuole, nei centri anziani, per raccontare cosa si prova e come si fa ad essere creativi e soprattutto come può essere vissuta diversamente la vita se vista con gli occhi di un artista. Dovremmo prendere spunto, e imparare tutti a sviluppare in noi stessi lo spirito bohemienne  dove il piacere dell’arte e del bello, supera ogni difficoltà e ogni limite materiale, per riuscire a lasciarci alle spalle le difficoltà e le meschinità della vita quotidiana.

 

 

 

 





Licenza Creative Commons