La Sugheraia
Oggi vi racconto la storia della “Sugheraia” che non è una favola di fine ottocento ma è una storia moderna fatta di tempi frenetici, di bambini da crescere, di case che cambiano e soprattutto di amici fraterni.
Questa Sugheraia nasce alcuni anni fa dalla passione, di tre giovani amici, per il vino buono e la cucina di qualità. I costi per visitare le enoteche ed assaggiare del buon vino, mentre imparano a conoscere i vitigni e le cantine, per questi ragazzi e per le loro giovanissime famiglie sono insostenibili. Così si dà avvio ad una “cassa comune” di quelle che prima o poi tutti nella vita sperimentano soprattutto durante i viaggi con gli amici. Questa “cassa comune” consente di acquistare delle bottiglie di qualità, durante i viaggi o nelle visite a cantine ed enoteche ben fornite.
I vini si conservano religiosamente. Poi una volta al mese, oppure ogni due mesi, si decide insieme quali vini assaggiare e si organizza una cena impostando il menù in base al vino scelto.
Le tavole sono allestite per la serata con molta cura, si beve in bicchieri di cristallo e si usano le tovaglie “buone” del corredo. I primi tempi l’inizio dei pasti era caratterizzato dalla lettura del libro DuemilaVini ed. Bibenda – http://www.bibenda.it/ che descrive le caratteristiche di quello che con devozione ci si accinge ad assaggiare.
Anche ieri sera, dopo molto tempo, c’è stata una riunione della Sugheraia, che in tempi di crisi è ancora più preziosa e invitante. Abbiamo assaggiato una bottiglia di Ferrari Perlée con l’aperitivo a base di mozzarelle di bufala, formaggio Ragusano allo zafferano e pepe nero, e carciofi cucinati per l’occasione da nonna Rita. Abbiamo proseguito con il Masseto 2001 che ha annaffiato lo stracotto cucinato per sei ore da Federico, ed infine il Vin Soave di Inama, per il Tiramisù di Stefano. Non sono mancate la musica di sottofondo e le chiacchere tra amici.
Vi ho raccontato questa storia della Sugheraia, per invitarvi a pensare che c’è un modo semplice, economico e molto fraterno con il quale continuare a “coccolarsi” e a condividere con gli amici il piacere per la buona cucina e per il buon vino. A voi spetta di trovare il tema dei vostri incontri: il formaggio? I dolci? Solo i primi? Una serata la potreste dedicare alla degustazione di birre… cosa c’è di meglio che trascorrere una serata a casa con gli amici a sperimentare cibo e vino di qualità?
bellissimo! dalle foto, al contenuto. Complimenti. In tempi di crisi, poi la “Sugheraia” va tenuta stretta.
brava mamma, tua figlia 🙂
Miei cari tutti, l’abbianamento Soave-Tiramisù (addirittura!) è tutto mio: chiedo umilmente venia! Si vede che sono animata, oltre che dal buon vino e dalla buona cucina, da una fortissima vocazione: il piacre di ritrovarsi con gli amici di sempre per una gran bella serata in compagnia! Soavemente vostra
Certo, capisco, ma questi amici della Sugheraja spero abbiano cura dell’amicizia che li anima ben maggiore della capacità di abbinamento vino/cibo. Oibò, un Vin Soave di Inama con il dolce, un tiramisù additittura…
Comunque, mi chiedo: ma sapete oggi quanto avrebbe fruttato sul mercato un Masseto del 2001, un 100/centesimi, il “vino di sempre” per WineSpectator? Mah, ‘sti qua devono essere davvero molto molto amici… oltre che folli sconsiderati!
A casa nostra il padrone di casa, oltre che cuoco incontrastato, ama dilettarsi con la pasticceria: torte, dolci al cucchiaio, crostate etc… e quindi la domenica pomeriggio il rito del te è diventata una piacevole abitudine per incontrare gli amici più cari e condvidere le infinite calorie.
Ma questa è solo l’ultima delle passioni dello chef: c’è stato il tempo di pane, focacce e pizze tutto impastato con lievito madre e la sera si chiamavano a raccolta gli amici. Ultimamente poi ha fatto capolino sulla nostra tavola l’alta cucina: ricette di grandi chef italiani da riprodurre.
Ehi voi di “una casa non a caso” dareste alla sottoscritta padrona di casa (decisamente non all’alatezza del consorte)qualche dritta per una tavola perfetta? Qualche consiglio per Natale sarebbe utile! 🙂