Buon Anno
Buon Anno nuovo a tutti gli Amici di unacasanonacaso.
Mentre scrivo il post di inizio anno ascolto a Radio 24 notizie deprimenti: un elenco di mail di trentenni che hanno praticamente fallito nella loro carriera di imprenditori vengono lette senza soluzione di continuità. Non si parla che di crisi e di tempi difficili. E’ la dura realtà! Ma non vi nascondo che non ne posso più di sentire o leggere delle rinunce che gli italiani stanno facendo in nome di una forte crisi. Sembra quasi una schizofrenia: un Paese che corre su più binari paralleli. Gente che si dispera alla radio perché domani non è un bel inizio dell’anno; gente che freneticamente parte per evadere dalla “solita routine”… tutto vero! Ma quello che mi chiedo è perché, in questi ultimi decenni, una frenesia ha catturato gli italiani catapultandoli in una vita molto lontana da quella che ricordo.
Eppure i miei coetanei sembrano averla dimenticata. Ascoltavo una intervista a Rita Levi Montalcini fatta da Fazio in occasione dell’avvicinarsi del suo 100° anno di vita. La Montalcini sosteneva che lei continuava a guardare avanti, che guardava solo al futuro. E’ giusto così: si deve guardare avanti ma, credo, senza staccare l’attenzione dal passato. Così mi domando che fine abbia fatto l’insegnamento dei genitori che a noi bambini davano il compito di raccogliere le briciole del pane e del panettone quando si sparecchiava la tavola del cenone per prepararsi a giocare alla tombola. Il pane non si buttava via e tanto meno le briciole. Il mucchietto di queste veniva posto sul davanzale e dopo poco un brulichio di uccellini veniva a beccare. Tutti dovevano mangiare! Noi bambini eravamo tenuti impegnati così: prima a raccogliere le briciole e poi ad osservare le dinamiche che gli uccelli attuavano per conquistarsi il cibo, da dietro le tende. Sentivo di avere fatto qualcosa di buono anche se non avevo salvato il mondo dalla catastrofe. I tempi cambiano e vedo oggi, non senza tristezza, che molti si sentono costretti ad organizzare il Capodanno a casa come fosse un ripiego. Ecco, forse è proprio questo il punto. La bellezza dello stare insieme in maniera sana e spensierata è diventata nel tempo una pratica dalla quale affrancarsi per conquistare delle ritualità più opulenti.
Per rispondere alle ristrettezze economiche la rete impazza di consigli per rendere originale la sera della festa di fine anno da trascorrere “purtroppo” a casa. Dallo scrapbooking, cioè recuperare i propri ricordi mettendo a disposizione degli invitati materiale fotografico di famiglia, biglietti di auguri degli anni passati per poter assemblare pagine di un album creativo che racconti la storia della famiglia. O l’immancabile pigiama party che permette di preparare cibi pratici come popcorn, patatine o cioccolata calda. Pare che il divertimento sia assicurato. Oppure viene proposto un rito che ha del catartico: fare scrivere agli invitati su fogli di carta tutto ciò che è stato funesto nell’anno passato per poi bruciarli esorcizzando così le negatività. Interessante!!! D’altronde i fuochi d’artificio servono proprio a questo: con il rumore ed il fuoco si scaccia quanto di brutto ci ha accompagnato nel corso dell’anno e si saluta con la festa delle luci il tempo nuovo che viene. Mi fa venire in mente la barbara usanza di tanti anni fa quando si lanciava dalle finestre tutto ciò che non serviva più, che era ormai vecchio. Era per aprirsi al nuovo? Mitica la scena del film di Fantozzi che trovò la sua macchina schiacciata da una lavatrice. Qualcuno suggerisce di trascorrere il Capodanno a casa ingaggiando uno Chef che penserà a tutto.
Ecco: è questo il punto. A casa mia siamo molto lontani da questo modo di vivere una festa bella come può essere quella del Capodanno. Voglio cedere all’ingenuità! La crisi non ha minimamente intaccato le nostre abitudini di festeggiare e quindi il nuovo anno inizia senza rinunce. La nostra casa ospita gli amici di sempre per stare a tavola insieme e ognuno prepara qualcosa di buono per gli altri. Apparecchiare in modo speciale, servire e fare gustare qualcosa di preparato apposta per la cena…questa è la festa. La nostra serata si è svolta così tra chiacchiere e risate ironiche… l’anziano politico che rispunta fuori con la giovane compagna quasi fosse il personaggio della tradizione russa Papà Gelo con la sua nipotina Snegurotschka. Apprezzamenti su quanto si è cucinato e sui risultati eccezionali del “Pesce di Montagna di Caterina” che deliziava l’occhio prima ancora del palato. La pasta preparata da Angelica… eccezionale! E Roberto con i suoi crocchè e Gabriella con i gamberoni ed i Trionfi di melanzane e zucchine. Il mio Brasato al Barolo è stato molto apprezzato ed il primo a meravigliarsi sono stato io. E i formaggi francesi accompagnati con il giusto vino… insomma tutto molto bello. La Mezzanotte è arrivata con discrezione e lo scandire dei secondi è stato fatto dai bambini dell’appartamento affianco in allegria.
Stamattina, al risveglio, stiamo ascoltando “Il Gastronauta” ed un “grosso” professore è stato invitato a presentare il suo libro “La cucina senza sprechi”. Questo luminare spiega con una sobria autorevolezza che lo spreco va evitato e che per promuovere una società più etica bisogna “agire a monte… essere consapevoli… fare distinzione tra spreco e rifiuto… la nostra sfera emozionale ci porta ad eccedere negli acquisti di cibo ed occorre quindi un maggiore equilibrio”. Sostiene che dobbiamo imparare a riutilizzare gli avanzi perché anche quelli sono cibo ed altri esperti dalla Toscana intervengono spiegando le ottime pietanze che si possono preparare lavorando gli avanzi. Non c’è nulla di cui vergognarsi a mangiare ciò che rimane dei pasti. Un altro descrive la casa dei tempi moderni dove troneggia la presenza del televisore e del frigorifero a doppia anta, sempre più imponenti nelle loro misure, e suggerisce di recuperare una dimensione umana di questi che, in fin dei conti, sono solo degli elettrodomestici. E poi il tavolo in cucina: non una semplice mensola per una frugale colazione, ma un mobile con le sedie intorno per riscoprire il gusto e la bellezza dello stare insieme e condividere un pasto dialogando.
Ci siamo ridotti ad avere bisogno di esperti che ci aiutino a riscoprire le basi di come si vive.
Ci chiediamo: ma in che società ci siamo risvegliati questo 1° Gennaio del 2013? Buon Anno.
Carissimi, grazie a tutti per queste vostre riflessioni. Anche per me il modo migliore di passare il Capodanno è stare insieme alle persone cui si vuole bene, in semplicità e armonia, perciò grazie ancora a Massimo e Marina per la bellissima serata!
Flavia, Grazie a te. Noi abbiamo avuto la fortuna di precettarti in tempo.
Il Capodanno, non nascondiamolo, non è propriamente un giorno come un altro, altrimenti faremmo le stesse cose che facciamo tutte le sere: ceneremmo con le solite cose,leggeremmo un buon libro o guarderemmo la televisione e poi ce ne andremmo a nanna. Invece è un giorno che, per tradizione, ci obbliga a disegnare un apostrofo nel fiume di parole che snoccioliamo quotidianamente, oppure (per tirare in ballo sempre e comunque la musica) una sorta di pausa di croma, che ci spinge a cambiare o a riprendere il ritmo che ci caratterizza. Non per questo considero il Capodanno un giorno in cui strafare per divertirsi. Il Capodanno spesso rispecchia gli umori degli ultimi mesi vissuti… Nei miei giorni di Capodanno c’è un denominatore comune: trascorrerlo con le persone a cui voglio bene.
Ovviamente dopo quanto ho scritto… condivido pienamente. Trascorrere questo momento di passaggio con le persone a cui si vuole bene vuole dire segnare una tacca nei momenti importanti della propria vita. Si comincia un nuovo anno sotto i migliori auspici.
Ciao Massimo e Marina.
E’ bello leggere un pò di normalità e di ottimismo. Il Capodanno è un giorno come un altro e preferisco festeggiare il nuovo anno non in modo speciale ma con persone speciali che renodono splendente una calda abitazione o un magazzino improvvisato. Anche un semplice piatto di lenticchie con una fetta di panettone ed un bicchiere di spumante assaporati con persone ed amici a cui vuoi bene e con cui è bello stare insieme è un modo straordinario di passare una festa a prescindere dalla crisi.
Buon anno di cuore a voi tutti.
Alessandra
Grazie Alessandra. Auguri grandi anche a te. Il Capodanno diventa un giorno speciale proprio perchè si vive con la tua filosofia di vita.
Massimo e Marina! Grazie, per prima cosa, di questo post che mi ha fatto rivivere la splendida serata del 31 in tutti i suoi momenti gioiosi. Hai ragione Massimo. Si riesce a star bene nella semplicità. Non sono necessari artifizi o colpi di scena particolari; ma non dimentichiamo che l’ingrediente fondamentale sono le persone, il loro modo di essere, la loro allegria, la loro bellezza interiore. E (diciamolo) questo ingrediente non mancava certo alla nostra serata!!! Hai dimenticato di citare le lenticchie di Marina che, a proposito, ieri ed oggi mi hanno risolto il pranzo…ed erano ancora più gustose! Ne approfitto per salutare tutti i commensali e mandare un messaggio a Roberto e Caterina: a me è piaciuto molto il film “una famiglia perfetta”, anche se ho capito cosa intendevi con i primi piani di cui parlavi, Caterina…