Radici
Saper leggere, analizzare, amare le proprie radici è la chiave giusta e più naturale per proiettarsi verso il futuro.
A me interessa oggi partire da questo pensiero per parlare di architettura e innovazione.
Sono diversi anni che il progetto SOLAR DECATHLON stimola gruppi di studenti delle facoltà di ingegneria e architettura, provenienti da ogni parte del mondo, che vengono sottoposti a scrupolose valutazioni da parte di commissioni di esperti sul tema: “La casa solare più originale ed efficiente”.
Una delle caratteristiche più evidenti che emerge, soprattutto nelle case realizzate dai gruppi di studio europei, è la grande influenza che ha sulla progettazione, il clima, il paesaggio, le tradizioni culturali e i materiali dei loro paesi di provenienza. Stiamo parlando di giovani cervelli liberi di creare, di sperimentare, di confrontarsi con la realtà nella realizzazione del progetto pensato. Sì, perché dimenticavo di dirvi che l’aspetto più interessante di questa – chiamiamola Olimpiade della Bioarchitettura – è che la casa ideata in tutti i suoi aspetti deve essere praticamente costruita dalla squadra che l’ha progettata. Si deve realizzare la struttura portante, montare gli impianti tecnologici, i servizi, gli arredi; la casa deve funzionare in ogni suo aspetto. Questi prototipi vengono sottoposti a prove tecniche per rilevare la produzione e l’utilizzo dell’energia, valutarne il confort interno, la sostenibilità, l’innovazione e, non ultima, la qualità estetica.
Negli anni sono emerse idee veramente innovative.
Questa iniziativa è senza dubbio, perlomeno per quanto riguarda il settore dell’architettura, un trampolino verso il futuro. Un futuro in cui la ricerca tecnologica ha certamente un ruolo importante a sostegno dell’ improrogabile e necessario miglioramento etico-sociale dei tessuti urbani. C’è un aspetto che mi ha colpito molto nel vedere i progetti di questi giovani ricercatori ed è la presenza di fortissimi riferimenti alle tradizioni locali dei paesi di provenienza. Mi riferisco all’ edizione del Solar Decathlon 2012, in cui si sono posizionati ai primi posti tre Paesi che conosco bene: Francia, Spagna e Italia.
In particolare le radici della Spagna sono state espresse e sintetizzate in un oggetto: il botijo.
Botijo è il nome Andaluso di un’anfora che possiamo trovare ovunque in Spagna. Nella forma assomiglia ad un salvadanaio: ha un manico e due fori, uno più grande per riempire il contenitore, e uno più piccolo per spillarne il contenuto. realizzato in terracotta ha la proprietà di rinfrescare il liquido che contiene attraverso la sua evaporazione grazie alla porosità della terracotta non smaltata.
Questo principio fisico è stato ispiratore del sistema costruttivo della casa realizzata dagli studenti spagnoli. Le pareti hanno all’esterno una camera d’aria in terracotta che in estate viene riempita con le acque grigie, filtrate e purificate, degli scarichi della cucina e della doccia. L’acqua scorre capillarmente in una serie di canali; quando la terracotta è esposta al calore le gocce d’acqua che scorrono all’interno evaporano e fanno abbassare la temperatura. In Inverno si deve interrompere il passaggio dell’acqua; in questo modo si usufruisce del potere che ha la ceramica di scambiare il calore: lo accumula durante il giorno per poi restituirlo all’ interno durante la notte.
La ceramica oltre che per le sue capacità fisiche è un materiale che rappresenta la tradizione artigianale spagnola. Anche Antoni Gaudì, che ha sempre avuto una predilezione per i materiali “di tutti i giorni”, si è trovato a riproporre le tradizioni della sua terra natale rivestendo l’esterno dei suoi edifici con la ceramica.
Il team della Facoltà di Architettura Roma Tre, invece, sintetizza le radici dell’Italia realizzando la struttura portante della casa con un muro passivo realizzato interamente in legno con materiale isolante in lana di legno. La parte pesante delle pareti è ottenuta riempiendo un settore del muro con sabbia o pietrisco reperibile sul luogo in cui viene costruita la casa fondendola così al territorio ed eliminando gli aspetti negativi legati al trasporto dei materiali.
Le condizioni di confort climatico che questo tipo di muratura consente di ottenere, senza l’ausilio degli impianti, ci riporta alle radici degli insediamenti urbani dell’Italia centro-meridionale. E’ affascinante notare come si possa ottenere, entrando in una casa ultracontemporanea in legno, un’atmosfera che ci trasmetta quella sensazione di frescura e sollievo, specie nelle torride estati mediterranee, che si riesce ad avere quando si entra nelle vecchie case costruite con le mani sapienti degli abitanti che bene conoscono la propria terra.
Mi viene di dire che il team italiano era gestito tutto al femminile, cosa che anche la Prof.ssa Chiara Tonelli si è sentita in dovere di sottolineare. E’ un fatto eccezionale per un Paese come il Nostro. Anche questo fa parte delle nostre Radici.
Ma chérie Marina, c’est là que je vois que l’âge avance, et que je suis dépassée par la modernité !!!!! Mais j’insiste à vous lire avec un immense plaisir….. Mais c’est dur pour moi !!! J’ai le cerveau qui fume à te lire !!!!! Si tu as quelque difficulté à me lire, fais-le moi savoir : JE T’EXPLIQUERAI !!!! Bon…… contunio à leggervi con tanto piacere, ed affetto !! Grosses bizzzz, M.
La cosa interessante di cui volevo parlare è come un oggetto tradizionale spagnolo come il BOTIJO – la brocca di terracotta che vedi nelle foto – abbia ispirato la progettazione di una casa, diciamo così, del futuro. I giovani architetti spagnoli hanno fatto le pareti della casa che funzionano come la brocca. Il botijo mantiene fresca l’acqua e loro hanno fatto le pareti della casa come se fossero tanti botijo.
Hanno applicato lo stesso sistema. Perciò è bello vedere che si va avanti facendo tesoro delle tradizioni. BIIIIIZZZZ.
Indimenticabili le belle costruzioni del nostro meridione:i trulli della terra salentina, i dammusi panteschi… sono case fresche ed accoglienti d’estate che conservano le tradizioni popolari della nostra bella terra del sud.