Mattone su mattone
Vi ricordate il bidone dei detersivi per lavatrice foderato e trasformato in contenitore? Arrivava un momento durante la giornata di ogni bambino, dopo aver finito i compiti, in cui prendere e rovesciare questo contenitore sul pavimento. In un attimo si cominciava a cercare tra i tantissimi pezzetti di plastica colorata blu, rossa, gialla e bianca, quello giusto che ci faceva iniziare una nuova avventura. Questi mattoncini colorati davano forma ai nostri sogni e alle nostre inclinazioni. Io realizzavo delle vere e proprie città. Con il passare degli anni, nell’era di Goldrake, i blocchetti si trasformano e si allungano, si appiattiscono, diventano di dimensioni anche ridottissime e stimolano la creatività dei bambini di quel periodo a realizzare delle meravigliose astronavi o dei robot di acciaio complessi ed elaborati. Mio fratello ne faceva di bellissimi. Questa azienda danese, la Lego, negli anni ha introdotto anche dei personaggi per animare le serie dedicate alla rappresentazione di spicchi di realtà come caserme dei pompieri, ospedali, aeroporti e castelli. Il semplice mattoncino diventa sempre più elaborato e progettato. Il segreto del suo successo sta nel fatto che tutti gli elementi fanno parte di un sistema. Ogni nuova scatola, ogni nuova serie ha i pezzi che, indipendentemente dalle dimensioni, si incastrano con quasi tutti gli elementi delle serie precedenti. Infatti, se ricordate bene, ad ogni Natale o compleanno la scatola che conteneva i mattoncini diventava sempre più grande e pesante.
E’ sicuramente una sfida la ricerca del pezzo perfetto nascosto tra i tanti. Una grande azienda sempre in continua evoluzione spinta dalla voglia di interessare i bambini e gli adolescenti di ogni generazione a partire dagli anni ’50. Mi ha molto colpito leggere che i bambini cinesi hanno scoperto solo oggi i mattoncini Lego e che l’azienda non è riuscita a soddisfare le richieste del mercato. E’ sorprendente che ancora oggi i bambini ne siano attirati.
L’architetto adulto che è in me davanti alla serie Lego Architecture ritrova la sintesi tra una passione infantile e la crescita culturale avvenuta in seguito. Questi modelli realizzati in collaborazione con una società americana propongono l’estensione dell’uso dei mattoncini in ambito architettonico confezionando dei plastici da impiegare anche in attività didattiche. Tra le famose opere architettoniche riprodotte la mia preferita non poteva che essere Ville Savoye a Poissy di Le Corbusier. I pezzettini di plastica tradizionali sembrano prendere forma naturalmente, senza forzature, per dare espressione ai volumi assoluti di Ville Savoye. Le Corbusier sviluppando i ragionamenti di Loos, Rietveld e Oud crea una forma perfetta e mai eguagliata. L’oggetto dalle rigorose forme è posato sul prato e sintetizza i nuovi canoni estetici che con i 5 punti fondamentali condizioneranno tutta l’architettura degli anni successivi. I mattoncini con la loro semplicità si legano tra di loro articolandosi in una forma complessa ma originale. Così come il movimento purista dava dei canoni da seguire i pezzi Lego, con la loro modularità, guidano il progettista nella realizzazione razionale dell’opera. Più distanti dall’antico sapore dei mattoncini sono invece quei pezzetti di Lego che piegano la loro forma per adattarsi alle forme architettoniche organiche che vogliono riprodurre, come ad esempio la Casa sulla cascata e il Museo del Guggenheim di F.L. Wrigth; pezzi creati appositamente uscendo così dallo spirito della logica del “sistema”.
Riuscirà la Lego a riprodurre il Museo di Bilbao?
mi fu regalata una scatola di lego che raffigurava una villa in spiaggia! diciamo che è diventato di tutto tranne che quella bellissima villa da li ho capito che la forma e la creatività avrebbero fatto parte della mia vita!
I lego sono, oltre che ad un passatempo meraviglioso, una stupenda metafora della vita, che si aggrega e disgrega continuamente imitando le forme e le sensazioni dell’intorno che percepisce. Nonostante sia ora un musicista, la “logica lego” l’ho ritrovata anche tra i “mattoncini” bianchi e neri del pianoforte, aggregando e disgregando melodie, ritmi e armonie!
Bellissimo questo ricordo dei Lego!! Non so se quelli di oggi siano gli stessi degli anni ’70 o ’80. Io conservo ancora gelosamente gli originali dell’epoca, che mi sono stati regalati già in età adulta da un caro amico che si divertiva a ricostruire alcune opere architettoniche. Tra queste, le ultime furono la riproduzione fedele di alcune ville venete progettate dall’architetto Andrea Palladio (in particolare ricordo ancora villa Maser, il cui risultato fu davvero eccezionale). Il mio amico riuscì a rendere anche l’alternanza dei colori, usando mattoncini Lego rossi, gialli e bianchi. Un fenomeno! E pensare che non era nemmeno un architetto, ma un semplice “letterato” amante dell’arte (come me!). E’ per questo che conservo gelosamente i mattoncini della folle impresa, come fossero un reperto archeologico, dal momento che la villa Maser in miniatura venne smontata e “sgretolata” in un sacchetto…il mio!