bello e possibile
Qualche sera fa con un gruppo di amici si discuteva sul ruolo dell’Arte nel cammino della formazione dell’individuo.
Tra tutte le attività dell’ingegno umano le arti, per loro natura, concorrono al raggiungimento della bellezza espressa dalle opere dell’uomo; in particolare l’architettura, nella sua ampia possibilità di interventi, è l’espressione artistica maggiormente vissuta da tutti noi. La ricerca formale inizia dal disegno di un cucchiaio fino a quello di una città; ne siamo immersi completamente. Guardandoci intorno ci vediamo circondati da cose brutte; partendo dagli interni delle case fino ad arrivare al territorio violentato da interventi irrecuperabili.
Negli ultimi giorni pre-elettorali la parola condono ha riempito la bocca di molti. Il con-dono è un sopruso fatto ai più onesti. Come più volte abbiamo espresso edifici minori – case, casolari e piccole architetture non vincolate – mal gestiti da privati incivili sostenuti da amministrazioni complici hanno portato alla perdita della nostra memoria storica e culturale con ristrutturazioni e rifacimenti ignoranti togliendo ai luoghi il sapore e la memoria, dilavando, ripulendo, ricostruendo. Ci domandiamo che ruolo abbia oggi l’architetto e noi siamo dell’idea che non abbia più la completa competenza, soprattutto in campo ambientale; spesso si corre il rischio di essere superficiali oppure di trasformare, per fini opportunistici, le nuove tendenze come ad esempio quella nell’ attenzione all’ ambiente. Più figure competenti sul piano tecnico e biologico dovrebbero collaborare per gestire energia pulita e per risparmiare sui consumi. Affrancandosi da una autoreferenzialità l’architetto deve progettare facendosi carico degli agenti esterni riconoscendo i suoi limiti e non creare così danni e scompensi, scendendo dal piedistallo individualistico e rinunciando all’ossessione formalista che è nemica della buona architettura. L’architettura sostenibile nasce dall’idea elementare della trasformazione reversibile dell’ambiente; la sua forma sarà il modo di catturare lo spazio e la sua vivibilità. Dal momento che l’architetto realizza il suo lavoro, privato o pubblico che sia, questa opera appartiene a tutti e non gli è consentito di sbagliare.
Alla domanda che ci è stata fatta: ”l’Arte deve essere di facile lettura o bisogna spiegarla?” va risposto che per capire l’Arte così come un aspetto formale, entrambi hanno bisogno di essere spiegati e la comprensione di determinate scelte formali o distributive avviene gradualmente nel tempo.
Noi che ci occupiamo principalmente di interni, proponiamo delle soluzioni mai standardizzate o banali. Nella progettazione sono da promuovere e favorire quelle scelte formali e distributive che ricerchino una nobile bellezza piuttosto che la sontuosità. In una casa ben distribuita, per rispondere alle molteplici esigenze della vita contemporanea che si hanno in famiglia, si vive e si cresce sicuramente bene ed è per questo che, come spesso sosteniamo, le forze economiche investite per il benessere proprio e delle propria famiglia sono sicuramente ben riposte in quello che si chiama “investimento nel mattone”, investimento che non va più visto solo in senso immobiliare ma nella sostanza etica e morale del valore che il bene assume grazie alla scelta di materiali prodotti nel rispetto dei diritti umani e ambientali. L’attenzione alla ricerca della bellezza formale e funzionale non è direttamente proporzionale al costo degli interventi ma se opportunamente guidata dalla capacità creativa semplici soluzioni possono esserne espressione diretta. La bellezza va ricercata e non ci si deve mai stancare.
L’educazione al bello deve valere soprattutto per i bambini!! Per questo mi scanddalizzo quando vedo le scuole fatiscenti, non ristrutturate che cadono a pezzi. I ragazzi si sentono autorizzati a non rispettare l’amibiente e a comportarsi come vandali!
Dalla ristrutturazione della mia casa ho imparato tante cose 🙂 Tra quelle che possono interessare qui:
– che al bello si va educati
– che una buona progettazione è tale se chi ne usufruisce la trova “calzante” al proprio essere.
Per dirla con una citazione “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Credo valga anche per una casa
P.S. Complimenti per le foto 😉