Una “tana” per Sara e Giulia
Una tana costruita con la coperta attaccata all’armadio bianco della mia camera, una casetta ricavata sotto al tavolo della cucina: questi erano i miei spazi di bambina. Suggeriti da mia mamma e costruiti e condivisi con mia sorella Simona o con Daniela e Margherita.
Era il bisogno di avere uno spazio per me, uno spazio immaginario da arredare e progettare, dove i grandi restavano fuori. Era uno spazio di espressione e di libertà. Ci si poteva leggere un bel libro, o giocare “alle signore” bevendo un tè. A volte si vendevano libri e giornali o si poteva giocare “ad ufficio”…
Questo spazio, scopro oggi da un bell’articolo della Prof.ssa Anna Oliverio Ferraris, è indispensabile per crescere e per ascoltare se stessi, sviluppando il senso di autonomia e di controllo che deriva dal potere di allestire e dare identità ad un spazio proprio.
In scandinavia, un gruppo di psicologi ha lanciato un allarme affinché i bambini riprendano a costruire capanne, casette, tane e fortini, come i loro padri e i loro nonni. Il Governo ha raccolto la proposta e si è impegnato in questo progetto, favorendo la creazione di spazi dove i piccoli possano esprimere se stessi costruendosi una tana.
Questo spazio personale, può essere costruito dai bambini all’aperto, ma anche ricavato in spazi casalinghi. E’ interessante osservare come gli adolescenti ricostruiscono la propria tana, nella loro stanza. Questa è una zona franca, il più delle volte interdetta alle mamme anche per le pulizie. La stanza diventa un mondo chiuso in una casa.
Nella propria stanza si può ascoltare la musica, si possono attaccare quadri, poster e adesivi e si possono decidere le regole in totale autonomia, senza invasioni educative e normative. E’ importante, per questo, che durante la progettazione o semplicemente l’organizzazione di una stanza, siano coinvolti i ragazzi che l’abiteranno. E’ necessario renderli partecipi delle scelte, e se possibile, renderli protagonisti principali dei cambiamenti e dei miglioramenti per l’organizzazione dei loro spazi.
I miei amici Sandra e Alessio, hanno iniziato con netto anticipo questo lavoro sul senso di autonomia e al tempo stesso di appartenenza delle loro bambine alla casa nuova.
Sara, ha quattro anni, e da quando è nata la sorellina Giulia la vecchia casa è diventata un luogo troppo piccolo per crescere.
Così, con non pochi sacrifici, Papà e Mamma hanno deciso di affrontare un trasloco in una casa più grande e luminosa.
Finalmente Sara e Giulia possono avere uno spazio tutto loro!! Per sviluppare velocemente un senso di appartenenza, ed un effetto “tana” alla casa nuova, ma sconosciuta, Mamma e Papà, hanno inventato un pomeriggio con i pennelli.
Alessio, è una persona molto creativa ed è dotato di una grande manualità; con passione e originalità ha disegnato e realizzato diversi oggetti per la nuova casa. Dopo circa una mese dal trasloco, ha coinvolto Sara, la bimba più grande, prima nella progettazione e poi nella realizzazione di un disegno da riprodurre sui vecchi termosifoni della casa.
Sara ha preparato dei bozzetti del disegno che avrebbe voluto realizzare, e dopo la chiusura estiva dei termosifoni, è stata dotata di un grembiule, diversi colori a smalto all’acqua e di pennelli di misure diverse.
Sara è stata lasciata completamente libera di esprimersi secondo il suo senso del colore ed il suo senso artistico, nessuno è intervenuto nella scelta del suo lavoro.
Il termosifone a base piatta è bianco e Sara, come vedete dalle foto, ha espresso la sua creatività rendendo ancora più allegra la sua stanza, ma soprattutto partecipando in modo attivo alla realizzazione del suo spazio.
E’ un suggerimento utile e divertente da realizzare con i propri bambini e questo periodo primaverile è il momento giusto per dedicare un pomeriggio alla realizzazione di termosifoni artistici!
E’ vero, da bambini gli spazi inventati e improvvisati sotto i tavoli, dietro i divani, dentro gli armadi….piccoli mondi creativi che aiutano a crescere e a sviluppare a sviluppare la fantasia…..