Triglifo fase 2
O.K. L’Idea c’è, e la Fase1 è superata. Si passa all’azione.
Quando ci si trova soli con se stessi a meditare per trovare la soluzione progettuale, i pensieri frullano liberi e veloci nella testa del progettista e sono tanti e simultanei ma niente di tutto ciò che è pensato può essere presentato al cliente… perché altrimenti si rischia di perdere l’incarico.
Seguitemi nel pensiero e mi darete ragione. Come abbiamo visto nel nostro caso è richiesto un intervento che però non deve compromettere quanto è già stato realizzato: tutto deve cambiare senza che nulla cambi. Quanto è attuale questo pensiero.
Su che cosa si fonda l’Idea? Il problema è la presenza dei due pilastri e quindi la genesi formale va ricercata nel procedimento compositivo che si basa sulla scomponibilità del manufatto architettonico che è composto da un elemento semplice: il telaio. La struttura in cemento armato, formata da travi e pilastri, è uno scheletro indipendente intorno al quale liberamente si organizzano le strutture murarie orizzontali e verticali. Questo telaio, con le sue regole geometriche modulari e costruttive, è allo stesso tempo forma tecnica e forma architettonica che sostiene i piani orizzontali e verticali che dividono gli spazi. Le mura perimetrali delimitano uno spazio orizzontale che altrimenti sarebbe infinito, così i piani orizzontali –i solai- delimitano lo spazio tridimensionale. L’anima di un edificio si focalizza sulla creazione del telaio nel quale si inseriscono superfici piane o curve, orizzontali, verticali, oblique che, delimitandolo, creano lo spazio.
Ecco il punto: come si spiega tutto questo? Meglio tacere, per non perdere l’incarico, e realizzare un plastico che possa esprimere il pensiero. Per delimitare lo spazio i piani si devono vedere, essere percepiti nel loro aspetto formale. Nel nostro caso vediamo che i pilastri –unici elementi visibili del telaio- sono soli ed isolati ed allora occorre evidenziare il perché della loro esistenza. Le velette si incastrano con i pilastri come dei settori di un solaio che segna lo spazio tridimensionale in altezza. Il grigio con il quale verranno dipinti, ricorda il colore del cemento e si libera in questo modo la struttura dall’involucro che la cela. Le pareti avranno dei richiami geometrici dello stesso colore per fermare in verticale le superfici perimetrali. Senza intervenire drasticamente si è voluto liberare la struttura e, come dall’Idea, renderla protagonista. Piacerà sicuramente.
Commenti recenti