ALCATRAZ

Leggevamo di un piccolo villaggio tibetano che da più di mille anni tenacemente resta ancorato al proprio modello di esistenza. Situato nell’arido altopiano del Tibet l’acqua delle rare precipitazioni viene raccolta in canali di irrigazione per garantire il fabbisogno della collettività. Gli abitanti superano i freddi inverni vestendosi con abiti tessuti filando la lana dei loro allevamenti di pecore. I tetti delle case che sono realizzati in pietra e canniccio, vengono rifatti ogni 10 anni ed il legno viene fornito dai salici che crescono lungo i canali di irrigazione. Ogni salice, quando muore, viene sostituito da una nuova pianta. Da questa lezione di sostenibilità Jonathan Rose, tra i primi pianificatori verdi degli Stati Uniti, ha dato vita ad un movimento dicendo che “la vera sostenibilità si ha quando un villaggio riesce a sopravvivere nel suo eco-sistema per mille anni”. Questo villaggio del Tibet dipende da tre forze fondamentali: la luce del sole, l’acqua piovana e la saggezza nell’utilizzare bene le risorse della natura.

Noi figli del XX secolo abbiamo perso il contatto con quella sensibilità che ci garantisce la sopravvivenza. Il nostro quotidiano va avanti meccanicamente con una modalità disconnessa dall’impatto negativo che ha sul mondo in cui viviamo.

Oggi ci salutiamo per le vacanze  e in molti già si saranno dati da fare alla ricerca di un luogo speciale, unico, lontano dalle logiche dei villaggi turistici e delle crociere di massa; magari brevi soggiorni ma veramente capaci di offrire a tutti l’opportunità di creare delle autentiche  relazioni con i luoghi e tra le persone.

panorama copiaNoi vogliamo parlarvi di un luogo che ci ha fatto conoscere nostra cugina e dove ogni anno lei trascorre una vacanza rigeneratrice: Alcatraz.

L’eco villaggio solare di Alcatraz sorge tra le colline umbre ed è un insediamento innovativo nel campo  della bio-tecnologia,  è energeticamente indipendente ed eco-sostenibile con bassissimo impatto ambientale.

L’Unione Europea sponsorizza questo progetto e lo ha inserito tra gli eventi della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile. In tutto questo non c’è nessuna dietrologia ideologica ma solo la volontà di promuovere un’idea per vivere in un contesto nel quale vengono posti al centro l’uomo e la natura con un basso impatto sul territorio e impostando un’organizzazione sociale diversa da quella che conosciamo e che comprende spazi propri e spazi in condivisione. Non è una “comune” come quelle che si idealizzavano negli anni ’70 ma la finalità è quella di “dare delle opportunità in cui ognuno si muove come desidera in base alle proprie esigenze”.

L’architetto Sergio Los, partecipe al progetto, sottolinea il valore del capitale sociale che definisce come”una caratterizzazione misurata della quantità di relazioni interpersonali all’interno di una società, la loro capacità di comunicare e quindi di essere responsabili”.

Dal modello di società che opera nel mondo capitalista con una visione individualista si dovrebbe passare ad una società con un capitale sociale che opera nel mondo in maniera condivisa. E’ l’architettura che, mettendo in relazione gli edifici, relaziona tra loro gli individui creando capitale sociale un po’ come accadeva  nella Civitas edificio copiaRomana in cui lo scopo era quello di promuovere l’amicizia tra le persone che la vivevano. Ecco la civiltà!

Aggiunge Los ”la modernità invece ha disconnesso le persone e distrutto il capitale sociale”.

Ad Alcatraz ci si può vivere ma anche trascorrere solo alcuni giorni di vacanza.

Si presenta come la valida alternativa alle mode che impongono di riempire per forza un tempo che per sua natura di “vacanza”, richiama ad un tempo vuoto; un “Tempo altro” da qualcosa di organizzato e finalizzato al divertimento preconfezionato. Chi ama soggiornare ad Alcatraz è  disposto a sapersi rilassare, avere il gusto di mangiare sano, non avere il bisogno della televisione e della Coca-Cola, sapersi relazionare con gli altri e saper stare anche da soli. Non esiste un’animazione che organizza ed accompagna i tempi della vacanza.
torta1 copiaA parte le iniziative in programma, tutto quello che accade in più nasce spontaneamente dall’allegria di chi ha voglia di giocare e scherzare con gli altri. Per cui anche l’animazione è qualcosa di partecipato. Insomma: tutto è come naturalmente deve essere.Tutto questo è molto interessante proprio perché per raggiungere una scopo generale non è necessario che qualcuno guidi gli sforzi di un intero gruppo, non c’è bisogno di una direzione centralizzata ma è necessario prendere consapevolezza dei propri impatti con gli altri e con l’ambiente, favorire e promuovere miglioramenti e, cosa più importante, condividere ciò che si è appreso. E’ questo che porta al nostro miglioramento: essere consapevoli delle reali conseguenze di ciò che facciamo ed essere determinati a cambiare per il meglio condividendo le nostre acquisizioni cosicché anche gli altri possano fare lo stesso.

Il paese è piccolo e la gente mormora: intorno ad Alcatraz abbiamo visto costruire una leggenda. Un luogo così distante da quanto imposto dalle convenzioni sociali viene avvolto da un’aurea misteriosa: luogo di scambio di coppie dove si balla nudi lanciandosi secchiate di vernice colorata. Riti esoterici finalizzai ad  irretire e plagiare gli iniziati, per essere accolti nella setta.

Rimarrete delusi… niente di tutto questo ma solo tanto Yoga demenziale che fa tanto tanto bene alla mente.

Buone vacanze rigeneratrici a tutti voi.





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