Verde urbano
Già da qualche anno anche in Italia si cerca di promuovere e diffondere la cultura della progettazione del paesaggio avvicinando il cittadino ai concetti di valorizzazione del verde urbano.
All’interno delle aree urbane il verde, dove per verde intendo anche le alberature lungo le strade o le aiuole spartitraffico, contribuisce a mitigare gli effetti del degrado prodotti dalla presenza delle costruzioni circostanti, spesso di scarsa qualità architettonica, e regola il microclima cittadino producendo in estate un effetto di ”condizionamento” naturale dell’aria.
La presenza delle aree verdi ha una non trascurabile funzione psicologica e umorale, in quanto contribuisce al nostro benessere psicologico prodotto dalla vista riposante di un’area verde ben curata.
In autunno convergeranno in Italia esperti e studiosi che proporranno spunti di riflessione su come sia necessario interpretare i luoghi con competenza e sensibilità in modo che i progetti di trasformazione siano in armonia con la loro storia e la loro identità, non solo dal punto di vista ambientale ma anche sociale ed economico.
Lo scenario del Lago di Garda ospiterà “I giardini di Benaco” una vetrina sul giardinaggio qualificato mentre a Bergamo si sta svolgendo la 3° edizione de “I maestri del paesaggio”. A questa edizione parteciperanno firme autorevoli come Piet Oudolf – uno dei più geniali paesaggisti contemporanei del quale ho avuto modo di apprezzare l’opera in una interessante conferenza al Palazzo delle Esposizioni tra gli eventi organizzati in occasione della mostra “Empire State”. Sua è l’ideazione della High Line di New York, recupero di un moncone di linea ferroviaria sopraelevata abbandonata negli anni ’30 del secolo scorso. E’ un esempio di parco urbano completamente integrato con il quartiere che ha mantenuto la sua identità industriale; una striscia verde corre in alto sovrapponendosi all’asfalto metropolitano. Le piante cresciute spontaneamente, durante questo lungo periodo di abbandono, sono state recuperate e incorporate nel progetto finale. All’interno di un design moderno e raffinato si insinua così una vegetazione capace di creare un’atmosfera “keep it wild”.
La presenza di parchi, giardini, viali e piazze alberate soddisfa un’importante esigenza ricreativa e sociale rendendo le città più a dimensione degli uomini e delle famiglie.
Il verde di “arredo” urbano assolve più funzioni: igienico-sanitaria, sociale e ricreativa, protettiva, estetico-architettonica e culturale. Con verde non intendo solo giardini storici con la presenza di alberi secolari o antiche ville ma anche le piccole aree presenti nel tessuto urbano.
Questi spazi verdi di quartiere vengono utilizzati prevalentemente dagli abitanti della zona, che li frequentano per la loro funzione di svago e di incontro. Sono luoghi generalmente di piccola estensione che però hanno un utilizzo intensivo. Una progettazione attenta prevede che ci sia alternanza di zone di ombra e di sole, parti pavimentate e attrezzate per la sosta e per il gioco con le alberature scelte anche in funzione di una facile manutenzione.
Devono essere all’altezza del loro compito, devono dare sollievo, sono delle vere e proprie oasi: oasi dalla calura e dalla solitudine.
Anche le alberature lungo le strade, le piazze e i parcheggi all’interno dei quartieri condizionano in modo sostanziale il paesaggio. Spesso questi alberi sono sottoposti ad offese diverse che derivano sia dall’inquinamento dell’aria sia dall’ intervento di scavi effettuati senza tenere conto della presenza delle radici delle piante.
Devo ammettere che uscire dal portone di casa mia e vedere i grandi alberi lungo il viale, carichi di foglie in estate o spogli in inverno, mi rasserena e mi mette di buonumore; lo posso affermare con certezza perché ho potuto sperimentare la mia reazione quando una mattina due potatori “selvaggi” su incarico del Comune avevano dato inizio ad una capitozzatura degli alberi. Questo tipo di potatura taglia anche i rami grandi e portanti che danno la forma alla pianta. Così ho chiesto ed ottenuto di parlare con il responsabile del lavoro affinché venisse di persona a valutare se quel tipo di taglio fosse necessario per il bene della pianta. E ci siamo incontrati.
Come è andata a finire? Gli alberi sono stati potati in un altro modo e la strada ha mantenuto il suo aspetto generale; spesso mi capita di non riconoscere parti della città dopo una potatura selvaggia degli alberi che ne modifica il paesaggio rivelando edilizia sconosciuta.
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