dalle Ande
Ero una bambina quando sentii parlare per la prima volta del Mato Grosso. Un giovane prete della mia parrocchia aveva deciso di lasciare tutti ed andare in missione in quello che, ai miei occhi, era un posto irraggiungibile, quasi fantastico.
“Basta con le chiacchiere, veniamo ai fatti” era lo slogan con cui nel 1967 iniziava l’avventura dell’O.M.G. -Organizzazione Mato Grosso- , il movimento aconfessionale rivolto ai giovani. Molti ragazzi, facendo gruppo ed impegnandosi gratuitamente in diverse iniziative, inviano i guadagni alle missioni. Molti impegnano se stessi per andare a vivere mesi, anni, con i più poveri sulle Ande.
Ormai chi ci conosce un pochino sa che quando un’idea, un progetto, cattura il nostro interesse, non perdiamo l’occasione per presentarla sul nostro blog. E oggi sono qui a parlarvi del gruppo “Amici degli Artesanos”, che ha come obiettivo quello di promuovere a Roma i lavori artigianali prodotti sulle Ande dai ragazzi “campesinos” che con impegno e dedizione sono diventati artigiani di talento.
Ieri ho visitato l’esposizione di arredi che si è tenuta a Roma in Via Nazionale dal giorno 1 Gennaio.
“Fatti a mano sulle Ande” recita lo striscione all’ingresso del civico n.66 dove una numerosa affluenza di pubblico in questa settimana ha potuto vedere e toccare con mano il valore dei mobili ed arredi dei giovani artigiani peruviani. Ci accolgono Andrea e Luca che, con entusiasmo, ci raccontano dello storico progetto nato dal sogno di padre Ugo De Censi per promuovere lo sviluppo sociale e umano di alcune delle popolazioni più povere del Sud America, un progetto dalla lunga gittata che ha come sottofondo la forza della Speranza. Parecchi giovani italiani si trasferiscono nelle scuole delle missioni per affiancare e formare i ragazzi: architetti che disegnano gli arredi, falegnami e scultori che trasmettono le loro competenze perché –come piaceva ricordare a Padre Ugo- “non devi dare il pesce ma devi insegnare a pescare” ma, ancora più forte, è la volontà di insegnare a tutti i giovani di lavorare al meglio, con pazienza e meticolosità per aiutare il prossimo.
Luca, presentandomi i numerosi prodotti artigianali, esponeva con naturalezza le fasi del lavoro degli arredi mentre a me sembrava quasi un miracolo che questi potessero essere così, alla portata della mia mano. Sono mobili che per arrivare fino a noi hanno compiuto un viaggio che sembra essere di altri tempi: il legno necessario alla loro realizzazione viene trasportato, dalle foreste, su nei piccoli villaggi, sui declivi a quasi 4000 metri di quota e, dopo aver navigato controcorrente sui fiumi che dalle Ande, scendono giù nella foresta Amazzonica, dove poi viene tagliato e stagionato per poi essere trasformato in prodotto finito. Gli arredi completati vengono trasportati di nuovo su strade improbabili a dorso di asini o in spalla per giungere alle prime strade carrozzabili ed essere spediti nelle località che ne hanno fatto richiesta. Così come il legno che sale contro corrente il fiume, anche i giovani sono chiamati a fare scelte controcorrente: dopo avere imparato il mestiere per loro sarebbe più comodo e facile emigrare in grandi città dove possono essere più vicini alle macchine e alle moderne tecnologie, al mercato e… al dollaro. Decidono invece di restare nella loro povera terra, vicino alle loro famiglie, vicini ai loro vecchi e ai loro poveri. Decidono di non misurare la loro vita con i parametri convenzionali dell’interesse, del calcolo, ma piuttosto con la Pazienza e il Tempo.
Osservo le superfici del legno con i particolari intagli e la lavorazione ad “aratura”; il design degli architetti che ricorda quello dei maestri del ‘900 e che rende gli arredi particolarmente interessanti e indiscutibilmente proponibili negli interni delle nostre case sposandosi felicemente con qualunque linguaggio formale.
“Padre Ugo è un sognatore, come don Bosco; sogna mentre prega nella sua chiesa di Chacas davanti ad un bellissimo altare del XVII secolo. Sogna che questi bambini abbandonati possano avere un futuro, magari diventando artisti delle Ande. Nel 1979 con l’aiuto di un maestro Cuzco prima e degli scultori di Ortisei poi, nasce la prima scuola di falegnameria”. Sosteniamo questo sogno http://it.artesanosdonbosco.com/
L’esposizione in via Nazionale si è conclusa ma Luca resta a disposizione di quanti sono interessati a questi arredi e basta contattarlo al 320-6404874. Una piccola esposizione permanente è nei locali della chiesa di Santa Agnese, alla domenica mattina, su via Nomentana.
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