Il mestiere del Babbo di Pinocchio….

La bottega

Malgrado la crisi, le tasse, la mini IMU, la Tarsi,  l’AMA,  l’IVA.  Malgrado tutto: mi sono concessa, con tutta la famiglia,  una gita a Siena, città medievale per antonomasia, culla da sempre delle Arti e dei Mestieri .

Abbiamo passeggiato nella bella Piazza del Campo e da lì per i vicoli sempre più dentro la vecchia città fino ad arrivare in via Tito Sarrocchi dove ho appuntamento con Umberto Bari.
Umberto, mi attende nella sua vecchia bottega di falegnameria, per buona parte scavata nel tufo. La vecchia bottega era stata del suo babbo, e malgrado disponga di un nuovo locale più alto e comodo, proprio non ne vuol sapere di abbandonare la bottega del centro. C’è all’interno un odore buono di legno e una luce che filtra e colora l’ambiente facendomi entrare in un’ altra dimensione.
Tutto parla di fatica e lavoro, ma anche di competenze e valori, di arte e di passione.
Umberto racconta, ma io non lo ascolto molto, sono incantata e distratta dai tanti attrezzi ed oggetti di lavoro. I banchi di lavoro non sono tirati a lucido, come a volte capita di vedere in qualche bella casa, o nelle riviste di arredamento, con quel tanto di “vissuto” che racconta storie bellissime di fatica e sudore ma anche di tanta soddisfazione per aver lavorato oggetti di una bellezza rara.
Umberto, dopo una breve pausa, torna a lavorare, mentre mi racconta la storia della bottega, e del suo lavoro: da giovane ha una vita piena e un po’ scapestrata, comune a tanti ragazzi della provincia italiana, senza troppe domande su cosa vuol fare da grande.
Durante gli anni del liceo, però, comincia a frequentare, d’estate, la bottega che il babbo ha con un socio  dall’inizio degli anni 50. Cosa lo abbia poi spinto ad abbandonare l’Università per dedicarsi alla lavorazione del legno neanche lui è in grado di dirlo con certezza.
Certo è che lì scopre che la bottega è anche maestra di vita ed una inesauribile miniera di detti popolari toscani: sia il babbo Elio che uno dei lavoranti gliene hanno trasmessi in gran quantità e Umberto, quando è in vena, è in grado di trovarne uno adeguato per ogni occasione.
Insomma passano gli anni, le doti si affinano, e Umberto, oggi poco più che cinquantenne, è oramai da anni punto di riferimento per gli architetti più quotati della città.
Sono tantissime le ristrutturazioni di appartamenti nelle antiche case di cui Siena è piena, o di vecchi casolari di campagna, che vedono al loro interno ardite ed eleganti100_0268 copia soluzioni in legno realizzate da Umberto.
Scale interne, armadi, librerie e cucine incastonate nelle strutture murarie. Umberto ha lavorato anche per il Museo del Santa Maria della Scala e per quello dell’Opera del Duomo, realizzando camminamenti, scale, ed altre strutture in legno.
Mi racconta che prima, per certe lavorazioni particolarmente ingombranti che occupavano la bottega nella sua interezza, le doti acrobatiche erano importanti quasi quanto quelle più consone ad un esperto falegname.
Qui nella vecchia bottega ora viene praticato solo il restauro, il luogo è più consono per oggetti a cui l’età ha conferito una dignità che deve essere rispettata.
Andando via da questo luogo magico, ripenso ai post di Massimo sull’arte e l’artigianato e alla linea sottile che li separa. Penso a quanta fatica fanno oggi i nostri artigiani per reggere da soli, all’urto di questa crisi, che non è solo una crisi economica, ma anche una crisi di valori che non sa più riconoscere la bellezza della memoria e la storia raccontata dalla materia.
Umberto è fortunato, vive in un bel posto, ha una bottega avviata da tanti anni e malgrado gli sforzi di questi ultimi anni, riesce, per ora, a reggere a questa crisi. Lavora 18 ore al giorno per mantenere in piedi le due strutture ed il lavoro regolare dei pochissimi operai con cui condivide questa avventura.
Mi domando cosa ne è di questo nostro Paese se la classe dirigente non si accorge più, o non si ricorda,  che in un viuzza del centro di una Provincia Italiana esiste un luogo di cultura e di arte che va tutelato e incentivato? Eppure, un tempo nel raccontarci al mondo,  eravamo costruttori di mobili in legno e burattini!

Per chi volesse approfondire: www.falegnameriabari.it





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