“U Jazzu”

L’Estate arriverà!

Quella vera. Fatta di mare, sole, arte, amici, allegria, cibo, riposo. Come ogni anno, noi siamo stati fagocitati dal lavoro e, come ogni anno, portiamo a concludere anche il nostro contatto con voi, amici del Blog, per riprenderlo, regolarmente, a Settembre.

12180_689690544456539_1123880008850247606_nPer le nostre vacanze siamo, ancora una volta, tentati di ricercare qualcosa che ci permetta una boccata di ossigeno autentica, pura; lontano da tutto ciò che è artificioso e, diabolicamente, costruito per noi.

Ma in queste ultime settimane ci siamo trovati anche a parlare con  i nostri amici, spesso… troppo spesso, sulla condizione dell’arte oggi e, su cosa, ormai, sia essere la bellezza.

Si ragionava sul grande business che è, oggi, l’arte che, come ci ha ricordato Giovanni, è concorrenziale con il traffico di droga e la prostituzione. Un grande mercato, senza regole, che gestisce il mondo. Le pagine del nostro blog non possono ospitare le immagini di artisti del calibro di Jeff Koons, Takashi Murakami, Damien Hirst, quotati miliardi di dollari dalle case d’asta Christie’s e Sotheby’s, poiché offenderebbero la vostra educazione, se non le pagine dei nostri post.

Artisti, questi, la cui carriera è creata totalmente dal mercato e portata avanti dal mercato stesso.

La Finanza è la grande responsabile di tutto questo massacro; l’Economia ha ceduto a lei il passo ed un potere viscido è manovrato da personaggi al limite di una sapienza concettuale. Oggi, collezionisti e mercanti, prendono il sopravvento e utilizzano la sacralità dei musei imponendo, con violenza, il proprio ruolo senza vergogna ed imbarazzo.

A questa orgia partecipano personaggi volgari, nuovi ricchi, del Terzo, Quarto, Quinto… Sesto (?) mondo. Prevale l’interesse tra pochi personaggi, nuove associazioni a delinquere, e fortemente consapevoli dell’irresponsabilità che fonda nuovi meccanismi di affermazione dell’opera.

Ubriacati  da tanta bruttezza e volgarità, quanto ci sono sembrate potenti le parole di Leo Longanesi che Marianna ha pubblicato in un suo post: “… la miseria è ancora l’unica forza vitale del paese e quel poco o molto che ancora regge è soltanto frutto della povertà. 10524557_689690574456536_302436305862364826_nBellezze dei luoghi, patrimoni artistici, antiche parlate, cucina paesana, virtù civiche e specialità artigiane sono custoditi soltanto dalla miseria. Dove essa è sopraffatta dal sopraggiungere del capitalismo, ecco che si assiste alla completa rovina, di ogni patrimonio artistico e morale. Perché il povero è di antica tradizione e vive in miseria che ha antiche radici in secolari luoghi, mentre il ricco è di fresca data, improvvisato, nemico di tutto ciò che lo ha preceduto ed umiliato. La sua ricchezza è stata facile, di solito nata dall’imbroglio, da facili traffici, sempre o quasi, imitando qualcosa che è nato fuori di qui. Perciò quando l’Italia sarà sopraffatta dalla finta ricchezza che già dilaga, noi ci troveremo a vivere in un paese di cui non conosceremo più né il volto né l’anima.”

Molto spesso, nei nostri viaggi, ci siamo trovati a capire che là dove “il soldo”non è arrivato, tutto si mantiene più autentico, genuino. Non stiamo parlando di miseria, che umilia e avvilisce l’uomo, ma di semplicità, di decoro; di quanto si possa fare di bello senza arrivare a offendere.

10449895_689690094456584_5893532547509745011_nMarianna, nei suoi post, ci presenta un luogo incantevole dove lei sta trascorrendo qualche tempo di vacanza. Sono delle proprietà che ha in Sicilia e divide con gli amici che ama ospitare o che affitta a coloro che desiderano trascorrere qualche giorno di autentico “unplugged” dalla quotidianità che, inevitabilmente, attanaglia.

Lei vive in quello che, simpaticamente, ha chiamato “U Jazzu i Mariannina”. U Jazzu è il letto di campagna, da non confondersi con U iarzu che, come ci spiega lei stessa, è uno schiavo di campagna che, in caso di bisogno, può essere un servitore da letto. La costruzione rispetta la sua vocazione originale nel territorio ragusano; niente di artefatto o di feticcio. Marianna ha fatto degli interventi di ristrutturazione da lei definiti “trasparenti”, cioè opere non invasive, per mantenere la struttura il più intatta possibile al fine di non snaturarne il sapore da racconto pirandelliano. Tutto è, naturalmente, così: materiali, aria, luce, sole, libertà, sono gli elementi che la ospitano e la cullano in quello che sembra essere un’oasi fuori dal tempo. Semplicità! Quanto ci piace.

Marianna ci racconta di quando arriva al mattino il furgone del forno con il pane caldo e i cornetti gonfi di ricotta. C’è sempre una vicina che arriva con un cesto di fichi o con un piatto di fichi d’india messi in fresco. Un libro, due risate, una mosca e una lucertola su un muro. 10501659_335720039910888_7613660356352082892_n
Poi nelle ore più calde una doccia tra la pietra per andare a prendere una granita di gelso e mandorle seduti al bar della piazza. E prima di rientrare, passare al porto tra le barchette di legno, per cercare Peppe l’amico pescatore che ha messo da parte polpi, calamari, telline e tante triglie rosa.
Quando arriva la notte si accende il fuoco per aspettare solamente la caduta di un’altra stella.

Chi invece lo desidera, può contattare Marianna per chiederle se c’è la disponibilità di affittare “Le Sartine”, ‘ una particolare casa indipendente nel centro storico di Vittoria, è un’ottima base per  artisti, musicisti, professionisti o vacanzieri, perché offre la possibilità di uno spazio per il lavoro creativo, che può trasformarsi in laboratorio o atelier dove allestire eventi e mostre.

10470617_335719259910966_7855566995457044622_nQuesta casa è interamente arredata con oggetti e mobili di recupero appartenuti alla famiglia. Marianna ama frequentare i mercatini delle grandi città europee e questo, unito al suo talento artistico, le permette accostamenti ed elaborazioni di rara originalità. Niente Ikea o Mercatone; nulla che non appartenga alla storia e alla memoria della casa. I molti oggetti rimandano al taglio e al cucito; pur non essendo mai state delle sartorie, nelle case di un tempo le donne, mamme, figlie,  zie, nonne convivevano lavorando ai ferri e ai telai orli e corredi. Arte e gusto, niente a che vedere con i recuperi stucchevoli ai quali siamo abituati, ma una casa per vacanze che rispetta gli ospiti che la vivranno.10494733_335719373244288_2387826549945205576_n
Noi chiediamo scusa a Marianna per esserci violentemente intromessi nella sua vita, ma non potevamo non condividere, con i nostri lettori, un luogo che si presenta di nicchia in una società, sempre più, inquinata dalla luce abbagliante del quattrino.

Buone vacanze





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