METROPOLIS
Ci rivolgiamo a tutti coloro che, come noi, appartengono alla generazione del vinile, che amano ricevere in casa, che amano cucinare per gli amici, che amano investire nella cura della tavola… ma che sono vittime del tempo che è sempre troppo poco.
Queste persone vivono fagocitate dalla metropoli e dal lavoro ma cercano, con grande impegno, di non rinunciare alla qualità della vita. La loro casa la immaginiamo essenziale, tecnologica e funzionale. Quest’idea che noi abbiamo di loro non evoca un’immagine impersonale o fredda, ma ordinata ed effciente.
La tovaglia ritratta è stata scelta da noi perchè in un ambiente raffinato può essere abbinata, senza difficoltà, alla porcellana bianca come alla ceramica. Anche l’acciao può essere presete in tavola con la sua schietta praticità. Questi accostamenti li vediamo perfetti per una casa al maschile, dove anche lui partecipa, sceglie e imbandisce la tavola. In questa casa l’essenzialità è la regola.
Non capisco come mai quelli della mia generazione (anni ’60) non sentano il bisogno di commentare questo post dedicato alla “generazione del vinile”. Mi sento come Roger Rabbit che non poteva resistere al suono di “AmmazzaLaVecchia… col Fliic”. Non voglio sembrare un nostalgico o non attento ai tempi che cambiano e ai progressi (?) della Tecnologia del suono. Porto con me, nel mio mp3, l’intera collezione discografia in mio possesso… ma il vinile è il vinile! Sono tra quelli che si sono sentiti destabilizzati quando mi hanno regalato i primi CD negli anni ’80 e non riuscivo a provare la stessa emozione dei miei amici che restavano incantati davanti a questo dischetto che veniva ingoiato dal lettore e non lo vedevo più. Mi sembrava chiusa un’era troppo presto perchè ero ancora troppo giovane. Con questo dischetto non provavo più l’emozione dell’acquisto dell’ultimo LP: togliere il cellophane di protezione, poi la busta di carta che a volte aveva qualche sorpresa: foto inedite, testi delle canzoni. E poi la cura nel tenere tra le dita il disco nero per non lasciare le impronte e vedere il nome scritto dell’Artista. Posizionavo il disco sul piatto e si sentiva il suono secco della puntina che si appoggiava con delicatezza sul solco e da questo veniva guidata facendo uscire dalle casse il suono bellissimo con un impercettibile fruscio di fondo. Gli amici mi guardavano come fossi il bastian contrario. Sembravo pazzo quando sostenevo che ascoltando il brano dal cd della mia artista preferita la sua voce mi sembrava diversa. Niente da fare! L’innovazione ha fatto fuori un pezzo della qualità del suono ma, soprattutto, la bellezza di collezionare le copertine di cartone. Ancora oggi mi emoziono quando vedo l’LP, dei Roxy Music, “For Your Pleasure” con un’Amanda Lear in copertina tutta vestita di nero con una pantera al guinzaglio. Altri Tempi. Sembra che oggi il vinile stia riconquistando la sua qualità e la sua protezione come una specie in estinzione. Sarà più ingombrante, sarà poco pratico ma il vinile è ricco di una indiscutibile e commovente bellezza. La Tecnologia non può superare questa emozione.