Raccontateci le vostre pareti…
Approfitto della mia amicizia con Luca per proporvi queste riflessioni che mi ha inviato e che trovo molto interssanti per il nostro blog.
“C’è una categoria in questo blog intitolata “Abitare nell’arte” che Marina ed Angela Maria hanno pensato per argomentare intorno agli interni descritti in letteratura, musica o pittura. Io capovolgo la prospettiva e vorrei parlare dell’arte che ciascuno di noi ha in casa e che fa quindi parte dell’arredo. Quando entriamo in una casa nuova, dopo aver pensato al necessario per vivere (cucina, bagno, camera da letto, soggiorno) il nostro pensiero si rivolge immediatamente al superfluo: cosa attacchiamo alle pareti? L’arte dunque come superfluo necessario (mi si passi l’ossimoro) che diventa parte integrante dell’arredo e anzi ne connota spesso in maniera determinante il carattere e lo stile. Molto dipende dalla fatidica domanda: è nato prima l’uovo o la gallina? Quando arredo una casa, cioè, porto prima i mobili e poi mi regolo di conseguenza per le pareti o, viceversa, possiedo già un patrimonio artistico definito a cui ispirare il resto dell’arredo? Io ho avuto la fortuna di conoscere un artista -Gianpaolo Berto- , che mi ha onorato della sua amicizia e mi ha donato molte opere sue. Le pareti sono state quindi pensate dagli architetti anche in funzione dei colori e delle suggestioni evocate dagli olii e dalle incisioni del maestro. Su una parete è stato creato un quadrato grigio che fa da cornice a dodici incisioni a giorno. La camera da letto blu ospita una grande incisione ripassata con i pastelli e un’icona che risalta splendidamente con i suoi rossi e i suoi ori. Una striscia color malva spento gira dal corridoio al soggiorno per ornare un trittico quasi tribale su legno, mentre uno Schifano e un D’Orazio s’affacciano sul divano in pelle testa di moro. È una casa dove non si possono trovare, lo avrete capito, scene di caccia o nature morte tradizionali. Ma un altro arredamento, un altro stile, un’altra personalità offrono alla sensibilità di artisti presenti e passati infinite combinazioni e occasioni di decorare una casa. Raccontateci le vostre pareti.
Luca
Nonostante la mia assoluta preferenza per la scultura, mi sono dedicato alla pittura a livello amatoriale e l’esperienza
mi è stata molto utile a sviluppare il senso del colore. Forse è anche per questo che ho una certa difficoltà ad appendere
quadri (o ad appoggiarli, come è ormai d’uso) nella mia casa ancora fresca di vernice. Sono riuscito a metter su solo
tre tele, due delle quali sono dei regali – uno dei miei genitori, l’altro di un’importante pittrice con cui ho avuto l’avventura
di poter instaurare un bel rapporto umano; tutti gli altri sono lì, in attesa di trovare la loro collocazione, psicologica
prima ancora che estetica. Il quadro, insomma, è assolutamente svincolato dal resto dell’arredo, pieno com’è di elementi
psicologici ed emotivi da renderlo quasi un’estensione di noi stessi. C’è qualcosa di più triste di un quadro IKEA?
Ogni casa deve essere caratterizzata da un elemento. La mia sul muro del salotto, visibile in prospettiva dall’ingresso, ha una foto di scena del film “Vacanze romane” con Gregory Peck e Audrey Hepbrurn in vespa. La scelta non è casuale, il film è girato a Roma nel 1953 …anno di costruzione della mia casa situata nel cuore di un quartiere romano degli anni ’40