HOTEL RELOADED

Grazie all’invito di Barbara, una cara amica, ho potuto partecipare ad un convegno, molto interessante, da lei organizzato : Hotel Reloaded.

Sotto i riflettori sono il settore alberghiero, e le problematiche che deve affrontare, alla luce del nuovo modo di viaggiare e di fare turismo. Spendo solo due parole per inquadrare il fenomeno del turismo straniero: dopo il Colosseo sono presenti, nella classifica dei luoghi più visitati, una serie di Outlet dislocati in tutta Italia e vicini alle città d’arte – Firenze, Roma, Caserta e così via-.

Il  turismo spontaneo, prevalentemente italiano è, invece, stimolato da eventi come il Salone del Mobile o la Settimana della Moda; Milano, oggi, attira il turismo perché è diventata un grande “Exibition Centre”.

All’interno di questo quadro si muove l’architetto.  L’intervento creativo,  indispensabile,  mette in moto la macchina che deve fare da volano per tutti i settori legati al design.

E’ stato molto interessante confrontarmi con colleghi che hanno affrontato questa problematica della ricettività, vedere come sia possibile assumere approcci differenti e trovare soluzioni molto diverse per raggiungere lo stesso obiettivo: aiutare il settore alberghiero italiano ad uscire dalla crisi che lo attanaglia.

Lo studio di architettura Marco Piva, con grande esperienza in questo settore, sulla scia del cambiamento del modo di viaggiare, lavora e interviene, nei suoi nuovi progetti, sul tessuto urbano creando delle “mini città” completamente autosufficienti dove sono presenti un insieme di funzioni: accoglienza, residenza, luoghi di divertimento, musei, teatri, cinema.

In Italia questo approccio di mix-user, è stato applicato nel recupero di una struttura, in cemento armato, abbandonata a Villorba nel Trevigiano.

Questa è la risposta al viaggiare per rilassarsi, per essere coccolati e non pensare ad altro se non a divertirsi, senza il bisogno di uscire dall’hotel. Come tutti abbiamo notato, in questi ultimi anni, è aumentata la richiesta di soggiorni e pacchetti vacanze in località come Dubai, Abu Dhabi… dove è possibile realizzare gran parte di questi progetti.

All’interno di questo quadro, il settore alberghiero si interroga e cerca di capire se l’unica strada possibile sia adeguarsi a questo nuovo modo di viaggiare oppure se rimangono ancora aperte le porte per un turismo culturale.

Un turismo che sia legato alla voglia di bellezza; al volersi riposare circondato dalla bellezza del paesaggio e delle città ricche di storia. Un progetto molto interessante, in questa direzione, è la ristrutturazione dello storico Club Med di Cefalù in Sicilia, affidato allo studio King Roselli. Qui l’approccio è completamente diverso, si parla di un intervento in completa armonia con il territorio, che rispetti il fascino della costa rendendo anche la vista aerea poco impattante grazie all’utilizzo delle murature a secco e dei tetti giardino. Il primo Club Med nato nel 1957 era composto da bungalow; l’intervento di recupero ha adeguato la struttura alle esigenze dei nuovi viaggiatori mantenendo però il sapore della tradizione dei luoghi.

Questi esempi si riferiscono, forse, ad un turismo di elite ma esiste un altro aspetto molto importante del settore alberghiero che non va trascurato: non tutti gli  hotel hanno le 5 stelle.

Lo zoccolo duro della nostra ricettività è formato da una miriade di alberghi a conduzione familiare che, per motivi diversi, stanno soffrendo in questo periodo storico.

Come possono competere con le esigenze del turista a 5 stelle? Sono destinati a chiudere?

Una  ventata di ottimismo è stata portata dalla collega arch. Sofia Gioia Vedani, che ci ha raccontato la sua storia personale. La ristrutturazione di una struttura di famiglia, curata in ogni singolo elemento di arredo con grande creatività, supportata da bravi artigiani, e una intuizione geniale sono stati un inizio e la conferma di essere sulla strada giusta.

Con il paragonare lo spazio dell’albergo ad un teatro dove esiste un backstage ed un palco in cui si muovono molte attività diverse, e dove, ognuno trova il suo ruolo e si muove in tranquillità e in armonia, sentendosi accolto e coccolato, mi ha trasmesso quanto sia importante per lei la collaborazione.

L’idea di posizionare il desk al centro dello spazio di primo arrivo ha modificato radicalmente il rapporto con l’ospite facendolo subito sentire accolto come anche tutte le camere diverse tra loro per colore ed atmosfera.  Queste si sono rivelate idee vincenti e hanno permesso a Planetaria Hotels di crescere negli anni.

Questo convegno mi ha confermato la grande responsabilità: noi possiamo adeguarci e cavalcare l’onda del cambiamento; possiamo preservare e valorizzare il territorio; preservare e valorizzare la nostra identità familiare; possiamo gestire i rapporti umani e portare armonia e serenità.

Come dicevo…una grande responsabilità.





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