Lavori in corso n. 3

Uno dei luoghi più divertenti da frequentare per farsi un’idea di quello che vuol dire affidarsi alla logica dell’improvvisazione, quando si stà ristrutturando la propria casa, sono i negozi di elettrodistribuzione. Ci sono volti che diventano noti per quante volte vanno avanti e indietro da questi negozi per comprare altre due prese o 20 metri di filo elettrico oppure decine di faretti… “Mi è venuta un’idea! Vorrei mettere il citofono in cucina, ma l’elettricista ha detto che ormai i pittori stanno imbiancando ed è troppo tardi. Cosa posso fare?”

Gli IMPIANTI!   In questa fase del lavoro di ristrutturazione viviamo un tempo che sembra non finire mai. Forse è l’operazione che richiede il maggiore impiego di tempo nell’intera durata dei lavori. Una enorme quantità di corrugati, fili elettrici, di cavi dell’antenna, del telefono, dell’home theatre, dell’impianto di allarme; tubi del riscaldamento, dell’impianto idrico della cucina e del bagno, del gas. E l’impianto di condizionamento? Una grossa fetta dell’investimento economico è proprio localizzata negli impianti e una volta chiuse le tracce, non si vedono più. Ed è come se non esistessero; eppure una fitta rete resta lì coperta per sempre a svolgere il suo lavoro. E’ per questo che è bene realizzare un piccolo dossier fotografico di tutta l’impiantistica per avere la memoria  del percorso che fanno i diversi impianti all’interno di muri e pavimenti ed evitare di fare danni nel momento  in cui se ne presenta la necissità. Non ci illudiamo che, siccome la casa è piccola,  l’impianto sarà più economico perché meno complicato. Le funzioni che si svolgono in una piccola casa sono le stesse che si svolgono in un grande appartamento, quindi l’incidenza economica comunque si fa sentire.

Impiantistica vuol dire sicurezza e, quindi, attenzione alla nostra salute e al nostro benessere. E’ nella fase progettuale che vanno comprese le esigenze di chi vivrà la casa. Niente può essere dato al caso nella fase dell’impiantistica; certo, si possono integrare dei punti luce o fare la derivazione di un rubinetto, ma l’impostazione strutturale degli impianti deve essere elaborata a monte. La progettazione partecipata, serve proprio a questo, a guidare chi vivrà nella casa in quali sono le sue reali esigenze. Non è detto che un impianto è eccellente se è di domotica o un impianto di allarme è sicuro perché fatto da una grande casa che produce sistemi di sicurezza. Vero è che le eccellenze sono necessarie, ma siamo noi che ci rendiamo artefici della nostra sicurezza. Mi hanno raccontato di una persona che ha scelto un rubinetto del Gas di design perché trovava brutti quelli pratici e funzionali che sono in commercio… perché tanto lui il rubinetto dal Gas non lo chiude  mai.

Non serve un complesso impianto di domotica se ho l’esigenza di spegnere tutte le luci nel momento in cui esco da casa, basta un semplice interruttore  vicino alla porta di ingresso che mi stacchi tutte le luci che eventualmente ho dimenticato accese.

Anche l’uso dell’impianto di allarme a volte risulta un po’ strano: escludere la “zona notte” e limitare la protezione alla sola “zona giorno” equivale a non averlo affatto. Occorre una vera didattica nella sicurezza: gli impianti devono rispondere alle effettive esigenze della nostra vita quotidiana per una corretta fruizione. Non dobbiamo farci affascinare da tendenze o da inutili status simbol e quindi sentire quello che ho sentito io: “Non uso mai la mia bellissima vasca a idromassaggio perché il ronzio mi rende nervosa.”





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