Lo stile

Che strano, mi trovo a riflettere su come fosse possibile che la camera da pranzo di mia nonna, compresa di tavolo, sedie, vetrina e servante in perfetto design fine anni ’50, in poco più di un mese mi sia capitato di ritrovarla in diverse case. Identica nella composizione. Ancora negli anni del dopoguerra era diffuso il concetto della casa borghese nella quale l’arredo doveva rispondere a precisi canoni estetici. Era ancora vivo il desiderio di avere i mobili coordinati così come avveniva nell’Ottocento che voleva l’arredamento “in stile”.

mobiliChiediamoci: che cosa si intende con  “Stile”? Come qualcuno disse “quando sul tavolo da notte c’è una testa di leone, e questa testa di leone è anche sul divano, sull’armadio, sui letti, sulle sedie… in breve quando è riportata sempre identica su tutti gli oggetti della stanza, allora la stanza si dice in stile”.

In questo modo veniva indicato alla fine dell’Ottocento l’imposizione dell’esigenza di possedere un appartamento in stile; allora fu gettato via tutto il “vecchio ciarpame” per fare posto al nuovo mobilio. Per dirla come Adolf Loos: stanze di questo genere tiranneggiavano i loro proprietari perché questi mobili non sopportavano assolutamente altro nelle loro vicinanze. Se ti regalavano qualcosa non si riusciva a trovare un posto dove sistemarla. Che fortunati che erano il contadino o la vecchia signorina che in casa avevano oggetti  provenienti uno da un posto ed uno dall’altro. Tutto insieme. Non avevano arredamento in stile.

I pittori, ai quali si riconosceva molto buon gusto, si disinteressavano completamente degli sfarzosi appartamenti per ritrarre sempre interni di case di contadini, del povero operaio o della vecchina. Come era possibile che trovassero belle quelle case? I pittori avevano ragione, con occhi esperti riuscivano a cogliere con grande acume tutti gli elementi esteriori della vita e perciò hanno sempre individuato l’aspetto codificato, tronfio, estraneo degli appartamenti in stile. Le persone non si adattano a questi locali e i locali non si adattano a queste persone. Rimarranno sempre patrimonio spirituale di chi li ha ideati. Sul pittore quindi non potevano esercitare alcun effetto, mancava completamente l’affinità spirituale con l’abitante, mancava quel qualcosa che i pittori trovano nelle stanze del contadino e dell’operaio: l’intimità.

Sovrapponendo queste riflessioni alla nostra realtà contemporanea si potrebbe identificare con l’idea di “stile” ottocentesca la nuova idea di “stile” suggerita dalle riviste che propongono, sin nei minimi dettagli, abbinamenti e disposizioni dei mobili tanto da ricreare la percezione di uno “stile” ben riconoscibile e condiviso. Come avrete notato, ancora oggi, i negozi di mobili per arredo propongono la camera da letto coordinata: letto, comodini, cassettiera, settimino e armadio. Si percepisce immediatamente se in una casa manca l’affinità spirituale tra l’abitante ed i locali che lo ospitano.

L’intimità tanto ricercata dal pittore di fine Ottocento è il primo degli obiettivi che mi prefiggo per far si che la casa prenda vita una volta finito il cantiere.

Nel pensare e progettare una casa pongo la massima attenzione a dare forma agli spostamenti, ai movimenti della famiglia, spostamenti che verranno effettuati all’interno del nuovo spazio-casa, secondo le esigenze di ognuno. Il nuovo spazio deve accogliere il passato e prepararsi a contenere la crescita e l’evoluzione delle persone. Diventa perciò molto importante tenere conto del vissuto, del passato: bisogna guidare il rinnovamento senza fare tabula rasa. Con sensibilità e attenzione. Diventa perciò indispensabile fare il rilievo dei mobili che hanno un significato emotivo, legati alla storia della famiglia, oggetti che parlano di noi e che sicuramente vogliamo nella nostra casa nuova.

Ogni mobile, ogni oggetto racconta una storia. L’appartamento non è mai finito, cresce con noi e noi cresciamo con lui. Questo significa: nessuno stile estraneo, nessuno stile antico. Però comunque la casa uno stile lo ha ed è lo stile di chi vi abita.

Essere padroni tra le nostre quattro pareti domestiche: se abbiamo cattivo gusto ci arrederemo la casa con cattivo gusto, se abbiamo buon gusto tanto meglio. Ecco che allora avremo lo stile che abbiamo cercato per tanto tempo, sempre desiderato per la nostra casa, non determinato dalle teste di leone ma dal buon gusto o dal cattivo gusto di una persona, di una famiglia.





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