La terrazza di Giovanna
E’ una di quelle giornate di sole che invitano ad uscire, a non fermarsi e chiudersi nella quotidianità. Le limitazioni legate alla pandemia vengono allentate ed accettare l’invito a prendere un caffè in terrazza, in tutta sicurezza, non poteva essere disatteso particolarmente dopo i lunghi mesi vissuti nel rigore del rispetto del distanziamento forzato.
Giovanna in un whatsapp confida, al gruppo, un suo sogno e questo non può che suscitare il mio interesse perché, quando si parla di case e di condivisione, non riesco ad essere distratto e non cogliere spunti di riflessione sul futuro dell’abitare.
Inesorabilmente il nostro tempo sta cambiando gli stili di vita anche se, in molti, si ostinano a volere che tutto resti “come prima”. La pandemia, così, ci spinge prepotentemente a rivalutare l’importanza dei terrazzi, dei cortili e di tutti gli spazi esterni che oggi sembrano conquistare quel quid in più, assumendo un ruolo ancora più importante soprattutto sotto il profilo della sicurezza e del benessere. Siamo ormai consapevoli che dovremmo usare questo periodo di forzata sperimentazione collettiva come un’occasione per decidere di produrre nuove forme e spazi di incontro e di aggregazione. Certamente il momento di transizione ad un nuovo modello di relazione sarà lento ma, forse, dobbiamo prendere atto che il cambiamento è inesorabile.
La vita en plein air è l’alternativa a quella vissuta in luoghi chiusi, confinati in quattro mura nell’isolamento sempre più costrittivo. Mi piace vedere, infatti, i giardini maggiormente vissuti rispetto ai giorni pre-pandemia, quando si preferiva portare i bambini presso strutture organizzate per il loro intrattenimento o adulti chiusi in locali con l’areazione forzata a praticare attività fisiche. Bar, ristoranti e luoghi di incontro si aprono verso l’esterno con dinamiche ancora da gestire ma che, se ben organizzate, possono diventare espressione di una società che riscopre il saper vivere e che sa custodire il valore della convivialità e dello stare bene insieme.
Così l’idea di Giovanna di aprire e mettere a disposizione la grande terrazza della sua casa, per accogliere attività da praticare in gruppo, mi è sembrata molto generosa.
Giovanna ci ospita in un pomeriggio pieno di sole: Marina ed io, salita la ripida scala all’ultimo piano della sua casa nel centro di Roma, apriamo la porta che ci mette in contatto con il cielo e ci fa sentire protetti dalle case circostanti quasi fosse un cortile ad alta quota. Seduti nel salotto sotto la veranda osservo tutt’intorno, circondato dalle piante, dallo skyline delle case e con la gatta Natì che, con indolenza, si trasferisce da un angolo all’altro del suo territorio; protetto dall’antico muro mi sembra di essere nel giardino della casa di Hoppity, il grillo protagonista di quel cartone animato che raccontava di quando lui e i suoi amici trovarono il loro nuovo giardino, proprio in cima ad un grattacielo, per fuggire alle follie dell’uomo e dall’avanzare della città che consumava sempre più suolo.
Giovanna è solare; ci racconta del suo sogno che, in realtà, cova dai tempi pre-Covid e che, ora più che mai, sembra avere maggior senso. Lei “tuttaterra” vuole unire i suoi interessi a quelli del compagno che è “tuttomare”. Vito vive di mare e gestisce un centro per accogliere giovani e studenti con la finalità di far conoscere, apprezzare, e fare esperienza del mare; mentre Giovanna è una insegnate e vuole promuovere iniziative che aiutino a riscoprire il valore delle cose fatte con le mani, il valore della terra, il valore del fare, il valore della natura che è, come lei sostiene, “bellezza d’ufficio”. L’interesse è condiviso anche con una cara amica, Joan, incontrata anni fa in un corso di erboristeria e, da quel momento, i loro interessi si sono uniti. Lontana quindi la loro idea dal creare una associazione promotrice di attività di solo pensiero, vogliono riscoprire l’esperienza di gruppo alla ricerca della bellezza; bellezza che solo la terra e il lavoro dell’uomo possono realizzare, consapevole che il bello non va ricercato nell’antico ideale della contemplazione ma nel fare, conciliando la tecnica e la pratica.
Quindi poche chiacchiere: potrebbe essere bellissimo lavorare insieme per realizzare manufatti, imparare a realizzare cesti artistici nel workshop della “Cesteria” sotto la guida dell’artigiano Nicola Solimano, o lanciarsi nel “Terrazzaggio” e sporcarsi le mani per imparare a curare il giardino domestico, coltivare piante aromatiche o fiori in vaso sotto l’attenta visione dell’agronomo Gino Vannucci. E, perché no, si può lanciare l’idea di fare marmellate, confetture, approcciare all’erboristeria e tanto altro: fotografia, teatro, purché si veda un prodotto finito e non qualcosa di meramente filosofico. Per questo la futura associazione “Mareterra” si aprirà a quanti vogliono mettere a disposizione le proprie competenze e, soprattutto, a quanti vogliono imparare. La terrazza di Giovanna è a disposizione, ma spetta a tutti noi cogliere l’opportunità.
Credo che questa sia una sfida, una difficile sfida, poiché siamo in tanti a voler approcciare al desiderio di fare delle cose, di vedere realizzato un prodotto con le nostre mani ma poi, davanti all’impegno richiesto, ci si arrende inesorabilmente. E’ proprio questo che deve essere superato e dobbiamo agire nella convinzione che solo attraverso la realizzazione pratica delle cose, possiamo conoscere meglio noi stessi e dare un senso al tempo, un senso a questo tempo che ha spezzato tanti legami e che necessita di pretesti per rincominciare a confrontarsi, a stare insieme e saper ascoltare e a concludere una giornata portandosi dentro l’esperienza di avere fatto qualcosa di concreto.
Pensiamo a quante cose potremmo imparare, a quanto serve per il nostro benessere e, se siamo disposti a metterci in gioco, possiamo contattare Giovanna e Joan per chiedere maggiori informazioni. mareterrabellezzatralemani@gmail.com
Mettiamoci alla prova e, forse, in discussione. Sicuramente dobbiamo uscire dalle nostre chiusure fatte di distanziamento e di smart working che non aiutano la salute fisica e, soprattutto, psicologica e mentale.
Mareterra potrebbe aiutare.
Ciao Andrea,
sono Giovanna, no, non esiste un link perchè stiamo cominciando in punta dei piedi e sottovoce… sono certa che in breve la faccenda si evolverà.
Se vuoi informazioni in più (anche se Massimo è stato chiarissimo) puoi scrivermi sulla mail mareterralabellezzatralemani@gmail.com
Leggendo il vostro interessante articolo riflettevo su come ci abbia cambiato questa pandemia e come, in qualche modo, abbia ridimensionate le nostre vite che forse ci erano un pò sfuggite di mano. Ricordo come poco più di un anno fa molte persone erano sempre alla ricerca di qualcosa di più, quando una semplice pizza con gli amici poteva risultare quasi banale senza capire invece l’importanza di quei momenti passati con gli amici, con le persone care. L’idea di Giovanna e il suo compagno mi sembra molto interessante, un’idea per ritrovarci su una terrazza liberi dalle mura e circondati dalle piante e il cielo, per condividere e imparare cose semplici e belle e riscoprire quei valori persi che non sapevamo più apprezzare. Spero che il loro progetto possa realizzarsi appieno e ringrazio te e Marina per aver condiviso con noi questa bella iniziativa di cui metterò a conoscenza anche gli altri miei amici.
Un abbraccio
Man mano che leggo quest’articolo riesco, grazie alla capacità dello scrittore di trascrivere la propria esperienza soggettiva in modo così accurato e coinvolgente, ad esserci anch’io in quello spazio temporale, separato da questo attuale momento storico, poc’anzi descritto. Sono li che riesco ad immaginare un’evoluzione del contesto relazionale grazie alla rivoluzione del concepimento degli spazi abitativi. Un progresso/adattamento che forse ci riporta indietro nel tempo tramite la rivisitazione di abitudini di un’umanità ormai passata e contemporaneamente ci indica la strada verso il futuro. Quando e se finirà questa pandemia saremo tutti inevitabilmente cambiati sia collettivamente che individualmente, come lo sarà anche la nostra relazione con lo spazio in cui viviamo. Questo articolo lancia implicitamente un messaggio, secondo me, molto forte ovvero: “Se il disagio non ci migliora, non l’abbiamo veramente sfruttato”
Questo per dire che, forse, possiamo uscirne ancora vincitori da questo periodo così “poco umano” attraverso iniziative e prospettive di questo genere. Riacquistare noi stessi attraverso l’attenzione al contesto ambientale in cui viviamo e che, da bravi animali evoluti, possiamo crearci su misura. La possibilità di guardare il cielo credo sia la chiave di volta per innescare un cambiamento nella modalità di costruzione delle nostre case e per sviluppare la consapevolezza che forse la nostra vera casa è il mondo intero…
Stimolanti sono le tue osservazioni sul cambiamento in atto delle nostre abitudini per le limitazioni imposte dalla pandemia e come la vita all’aria aperta sia una alternativa da valorizzare ed ampliare. Quello che sarà il futuro dipende dallo sguardo e dal cuore di ognuno di noi. Vivere all’aria aperta implica un maggior contatto con la natura. Osservare il cielo e le varie sembianze delle nuvole, sentire l’odore della terra e il profumo degli alberi e dei fiori aiuta ad entrare nella parte più profonda di noi stessi e acquisire maggior consapevolezza dei nostri punti di forza e di debolezza, ci può anche permettere di saldare insieme i frammenti sparsi di noi stessi con… la speranza e… imitare così l’arte cinese del “Kintsugi”. Trovo inoltre molto interessante l’iniziativa della vostra amica Giovanna che mette a disposizione la sua terrazza per attività pratiche da svolgere in gruppo e le auguro un grande successo. La mia terrazza in questo anno mi ha aiutato molto perché, anche se non uscivo, bastava curare le piante e, se il tempo lo permetteva, stare fuori a leggere per sentirmi bene, Lo sai che per me è un piacere stare con te e Marina per cui quando volete la mia terrazza è a vostra disposizione. Un grande bacio.
Le belle idee nascono nei momenti di maggiore difficoltà e quindi di maggiore necessità. Quest’iniziativa lo dimostra, utile ed originale, ma soprattutto che mette le fondamenta attraverso le soluzioni di cui in questo preciso momento storico abbiamo bisogno.
Contatto con la nostra parte creativa, con la natura e con le idee esterne in grado di completare le nostre.
Ho provato a cercare di più su internet ma non sono riuscito nell’intento, è possibile avere un link del sito (nel caso esista)?