La carta da parati

Dall’articolo che ho postato il 24 Maggio “Progettare con il Colore”, si sono scatenati dei commenti che sembrano essere lo strascico della “lite policromatica” del XIX secolo. Questo mi fa piacere perché, evidentemente, il dibattito sul colore in architettura continua ad interessare. Colgo l’invito a parlare della carta da parati… poiché ha suscitato l’interesse di qualcuno. Mi viene naturale dire che in una casa la carta da parati non può essere scelta a caso. Ritorno al senso del colore e credo che sia necessario accettare la sua funzione pratica in una casa moderna: quella di comunicare. Anticamente il colore non aveva una funzione decorativa, ma aveva la funzione comunicativa. L’uso della carta decorata o colorata si è diffuso dopo il medioevo, quando le pareti venivano rivestite di arazzi per garantire un maggiore isolamento termico efficace contro il freddo o il caldo. L’aspetto decorativo è la conseguenza di questo aspetto pratico. Dopo il XII secolo dalla Cina è arrivato questo nuovo materiale: la carta. Ma la grande diffusione si avrà con la nascita dell’industria che permetteva la produzione di massa. Quindi, è vero il fatto decorativo, ma è più vero l’aspetto tecnico che questo rivestimento ha: garantire un migliore isolamento termico. La grande moda dell’uso della carta si è avuta negli anni ’70 con i disegni ed i colori tipici –spesso psichedelici- che hanno caratterizzato quel particolare decennio. Durante gli anni ’70 si credeva in un  cambiamento cosmico.  Oggi dobbiamo stare molto attenti perché ritorna di prepotenza l’uso di questo materiale che però scimmiotta quei particolari anni. I contenuti sociali di oggi sono molto diversi dallo spirito che animava gli anni della nostra adolescenza. In una rivista di arredamento di interni ho letto della “gioia del poter ritornare a godere del fantastico mondo degli anni ’70 ed il desiderio di abbandonare la tristezza di un muro bianco per sostituirlo con la magia di una carta da parati”. Ecco! Questa è l’antitesi di quanto “unacasanonacaso” vuole promuovere. I nostri interni non devono essere globalizzati dalla moda, ma rispondere alle personalità di ciascuno, pur vivendo in un mondo che è casa di tanti popoli. Una nota tecnica: nella mia esperienza ho notato che lì dove sono presenti elementi di arredo antichi è bene non usare la carta da parati poiché favorisce la presenza di tarli nei mobili.  





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