Progetto remoto

C’è una riflessione che mi accompagna già da un po’ di tempo e riguarda il crowdsourcing e la sua applicazione per i piccoli lavori di ristrutturazione.

Come sappiamo se bisogna realizzare un museo o un grattacielo a Londra o a Parigi la municipalità può facilmente pubblicare un bando e raccogliere le migliori proposte degli studi di architettura di tutto il mondo e scegliere il progetto. Ma se il committente è di Roma ed è la signora della porta accanto e vuole ristrutturare il bagno o riorganizzare gli spazi dell’intero appartamento, domanda e offerta rischiano di non incontrarsi mai soprattutto  a causa del vizio tutto italiano di sottovalutare le professionalità intellettuali con la presunzione di sostituirle con qualche software fai-da-te.

Il risultato spesso porta i committenti a doversi accontentare di spazi male organizzati o di soluzioni banali e, una miriade di piccoli studi di architettura rimane senza lavoro.

Questo mi ha portato a verificare se l’utilizzo del modello di collaborazione sul web, il ”crowdsourcing” potesse essere l’uovo di Colombo e permettere così di attingere alle risorse che ci sono in  giro per il mondo  anche solo per risolvere il problema della casa  della signora Maria.

Ho trovato un sito web  cocontest.com  che ha l’ambizione di fare incontrare domanda ed offerta, rendendo il mercato più aperto e i prezzi più accessibili. Ma come funziona? Il cliente lancia una gara per una ristrutturazione, aperta a tutti gli iscritti che sono architetti e designer di tutto il mondo.

Inserisce la planimetria, alcune foto, le indicazioni dello stile che gli piace e sceglie un pacchetto che include solo le piante con l’indicazione degli arredi oppure con maggiori indicazioni-colori, luci, render.

I prezzi ovviamente variano in base al pacchetto scelto e se l’intervento riguarda il solo bagno o tutto l’appartamento.

Questo sito ha valutato che con questo sistema il costo per il committente si può ridurre circa ad un decimo di quella che sarebbe una parcella redatta dal professionista per prestazioni analoghe: un appartamento di 100 mq verrebbe a costare circa 600 dollari . E’ anche vero che il committente non ha la certezza che il progetto venga redatto da un architetto perchè il sito non chiede nessun tipo di documentazione in quanto non esiste una abilitazione che sia riconosciuta a livello internazionale.

On line con questa cifra si possono ottenere molte proposte e una volta che il committente ha scelto il vincitore il sito provvede ad accreditare il denaro trattenendo per se una percentuale che varia dal 28 al 16%. Quindi al progettista va solo una parte della spesa del committente.

Vi ho spiegato il meccanismo di questi siti (ce ne sono svariati) che hanno preso piede soprattutto negli Stati Uniti dove solo il 15% di chi fa una ristrutturazione si rivolge ad un professionista ed in Italia forse arriviamo al 25%. I vantaggi economici per il cliente sono evidenti  ma voglio cercare di capire meglio quali sono i vantaggi per noi architetti.

Questo modello viene utilizzato soprattutto dai giovani professionisti appena laureati, perché possono lavorare da casa, avere clienti in tutto il mondo ed esprimersi in totale libertà.

Non appena il professionista cresce un po’ abbandona queste piattaforme, che considerano come un ottimo veicolo pubblicitario, ma che hanno un grosso deficit: i prezzi sono troppo bassi e comunque aggiudicati solo in fase di vincita.

Ovviamente in caso di aggiudicazione l’architetto potrebbe non trovarsi nella stessa città del cliente e quindi avrebbe difficoltà a seguire i lavori. Per ovviare si stanno creando ulteriori piattaforme di co-working per attivare le collaborazioni tra professionisti anche a distanza con un architetto che progetta ed un altro che esegue sul posto.

Dal mio punto di vista, con questo sistema si perde completamente quello che è la vera essenza del lavoro dell’architetto che consiste principalmente nell’istaurare un rapporto vero con il cliente, ascoltando le sue esigenze, vedendo lo spazio in cui si muove e vive; e instaurare un rapporto con il luogo da progettare, verificando la luce, l’atmosfera, la struttura che ha quell’ambiente. Queste sono caratteristiche che si acquisiscono solo entrando e percorrendo gli spazi, facendo dei sopralluoghi. Le fotografie e i video non bastano.

Infatti il mercato si è accorto di questo deficit  e si stanno creando ( in USA) altri siti come homepolish.com oppure tastemaker.com che offrono la possibilità di incontrare un designer di persona per fargli vedere il luogo da ristrutturare e di pagarlo a tariffa oraria o ad obiettivi per ottenere un progetto che risponda alle proprie tasche.

Il web funziona bene come veicolo pubblicitario, per fare sapere che esisti , ma non riesce ancora a soppiantare il rapporto umano che deve unire cliente e professionista.





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