Progettare con il colore
“Quando” progettare con il colore e “perchè” ?
Nello specifico campo dell’architettura, il dibattito riguardo al colore ha origini lontane ed è riconducibile alla così detta “lite policromatica” del XIX secolo.
All’inizio del XX secolo il tema del colore è entrato a fare parte del dibattito architettonico e di conseguenza politico.
Infatti il colore nell’architettura spesso è trattato semplicemente come tematica estetica. Invece scelte di ordine estetico possono essere legittimate da esigenze sociali e l’estetica può anche essere citata come argomento nel dibattito politico.
Il significato cromatico nell’architettura si pone, quindi, in diretta relazione con idee e problematiche sociali e politiche.
Il bianco, che viene associato alle qualità della pulizia e della purezza può rischiare un rimando alla borghesia conservatrice , così come al marmo e di conseguenza al classico antico. Un interno assoluto bianco necessita di complementi di arredo, di design o di antiquariato, che non sempre sono alla portata economica di tutti. In contrapposizione al bianco puro, il colore diventa espressione sociale e conferisce originalità, individualità e gioia di vivere di ciascuno ed è realizzabile con pochi mezzi economici.
Il colore ha quindi un suo ruolo e non può essere separato dalla struttura architettonica. L’abbinamento del bianco con un colore crea una policromia che, grazie alla luminosità dell’ambiente è riflessa sull’intonaco bianco. Il colore e il materiale possono essere considerati alla pari nell’ambito di un dialogo reciproco.
In un interno le superfici intonacate diventano oggi uno screen per la proiezione cromatica, l’immagine mobile generata nel mutamento della luce del giorno.
Il colore è davvero tanto nel design, non c’è che dire. Spesso tendiamo a concentrarci più sul colore dei mobili e dei tappeti… è giusto che sia così, perchè è dall’arredo che dipende lo stile degli interni, ma anche le pareti meritano attenzione da questo punto di vista.
Nella colorazione delle pareti forse si “osa” un pò troppo poco, difficilmente si riesce ad accettare un colore differente dal classico bianco, magari per paura di stancarlo… invece una stanza con delle pareti colorate può dare vita a degli ambienti veramente unici nel loro stile!
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Il bianco non è un colore. Quando si parla di colore si intendono i colori dello spettro della luce. La luce è bianca. La superficie bianca riflette il colore e si tinge di questo (vedere foto post). La carta da parati è un materiale. Posso trattare le pareti con l’intonaco ma anche con altri materiali come la carta o la stoffa. La carta da parati, poi, è figlia della rivoluzione industriale quando nelle case più umili si volevano imitare le decorazioni delle case della borghesia. Ne è nata una moda: pensate alle bellissime carte Art Nouveau. …Ci sarebbe molto da dire. Propongo a Marina di scrivere un Post.
lo so che il bianco non è un colore ma tu lo hai associato alla borghesia conservatrice. Di qui la mia curiosità su altre associazioni colori/status sociali.
OK! Almeno abbiamo appurato la “questione carta da parati”.
L’uso del colore è sempre stato utilizzato nelle architetture (si pensi, ad esempio, ai templi greci tutti colorati. La questione colore/status sociale nasce con il Movimento Modermo quando le architetture erano costituite -come sostiene L.Benevolo- da vari corpi accostati nel modo più semplice ed economico. Le tecnologie messe a punto dalla Rivoluzione Industriale (ferro e cemento armato) permettono delle semplificazioni costruttive e conferiscono ai materiali un aspetto più efficace ma che non riescono ad assumere una dignità paragonabile alle ricchissime realizzazioni degli ingegneri dell’Ottocento. Il Movimento Moderno trova i principi di una nuova Estetica nella geometria delle forme pure. I canoni del Neoplasticismo permettono di partire da elementi bidimensionali accostati tra loro secondo un nuovo senso dei rapporti reciproci. I volumi degli interni vengono scomposti in accostamenti di superfici per ottenere forme attraverso la definizione di piani geometricamente scanditi dal colore. In una casa non a caso il colore deve avere un suo perché. Non posso banalmente scegliere il colore che mi piace, ma devo dare alla superficie il colore che gli appartiene per forma e dimensione.
Io ho colorato alcune parti della sala da pranzo con diverse sfumature di viola. L’ho fatto principalmente perchè le pareti tutte bianche rendevano l’ambiente ancora più grande di quello che è in realtà, dando un senso di vuoto anche se, vuota, la sala non è. Il risultato trovo che sia gradevole, come se avessi aggiunto un altro pezzo d’arredamento, senza però occupare spazio. E, in generale, mi piace giocare con i colori – non so nulla delle associazioni colori/status sociale. Quid del viola?
E’ quel quid in più.
Interessante questa associazione colore/status sociale. Mi mancano però le descrizioni di altri colori oltre al bianco. Che mi dite in proposito. Inoltre mi viene in mente che fino a qualche decennio fa le pareti erano sempre coperte dalla carta da parati. Come la mettiamo?